C’è il direttore commerciale che guadagna il 40% in più del responsabile amministrazione e controllo (classifica degli stipendi dei dirigenti). Oppure il responsabile vendite che intasca il 41,4% in più dell’analista programmatore (tra i quadri). E ancora: il capo reparto produzione che prende il 91,8% in più dell’addetto al call center (impiegati). Infine: il capo squadra manutenzione che guadagna il 45,8% in più dell’elettricista (operai).
Sono, per categoria, i primi e gli ultimi nelle liste degli stipendi medi più alti del 2016, pubblicati nel XXIII «Rapporto sulle retribuzioni in Italia» di OD&M Consulting, società di Gi Group specializzata in consulenza nelle risorse umane. I dati prendono in esame la retribuzione totale annua dei dipendenti d’azienda, quindi anche la quota variabile, rilevante soprattutto ai livelli più alti e per le figure commerciali. Prendendo il dato più alto, quello del direttore commerciale con 125.880 euro l’anno, e il più basso, l’elettricista con 23.543 euro, si scopre che il primo guadagna oltre cinque volte tanto il secondo (nello specifico, il 534%, con un salto quindi del 434%). I compiti e le mansioni sono ben diversi, certo, ma la differenza può fare comunque il suo effetto. Un altro dato che salta all’occhio è il risultato di un confronto, questa volta, tutto ai piani più bassi della classifica, dove impiegati e operai si scoprono sostanzialmente allo stesso livello: l’ultimo livello retributivo degli impiegati, quello appunto degli addetti call center, è più o meno sullo stesso piano del «gradino più basso» — sempre parlando di buste paga — degli operai (i già citati elettricisti). La «partita» si chiude infatti con 23.853 euro contro 23.543 euro.
In generale, nonostante le marcate difficoltà dell’economia, secondo il rapporto tra 2015 e 2016 sono saliti gli stipendi di tutte e quattro le categorie, dal +1,1% di dirigenti e operai al +2,1% degli impiegati e il 3,1% dei quadri.
Ma il confronto non è solo tra posizioni e qualifiche. Il rapporto quantifica anche il «gap retributivo» tra i sessi. Che cresce tra quadri e impiegati, mentre è in diminuzione per dirigenti e operai. In totale la differenza uomini-donne viaggia — come media di macro-categoria — tra il 9 e il 13%.
(da Corriere della Sera online)