Se il Pd si fa dettare la linea da AQ16

Ancora sull’accordo Iren-Mekorot, con polemiche che vengono da lontano. A Roma fu siglato un patto di collaborazione tra l’azienda idrica israeliana ed Acea dall’allora Presidente del Consiglio Enrico Letta ma i preconcetti ideologici (generati perlopiù dal mancato aggiornamento delle proprie conoscenze storiche) dalle nostre parti influenzano ancora la politica ed il pensiero complesso

La querelle dell’accordo di collaborazione tra Iren è Mekorot non è nuova.

Nei giorni scorsi è ripartita da Reggio Emilia e si è estesa anche a Parma, Piacenza e Torino, città che hanno quote nella proprietà di Iren. Ad alimentare la protesta soprattutto Potere al Popolo ed altri gruppi di estrema sinistra, come il Centro Sociale AQ16.

Anni fa la polemica era già stata sollevata a Roma, quando la multiutility della capitale, ACEA, siglò un accordo di collaborazione con l’azienda idrica israeliana.

Blitz di AQ16 negli uffici Iren del centro di Reggio

Quell’accordo fu firmato nel 2013 alla presenza del Primo Ministro israeliano Netanyahu e dell’allora Presidente del Consiglio Enrico Letta, l’attuale Segretario del PD. Questo alto patrocinio ci induce a credere che, se sollecitato sull’accordo tra Iren e Mekorot, ben difficilmente Letta condividerebbe le perplessità (eufemismo) manifestate nei giorni scorsi in consiglio comunale a Reggio Emilia da qualche consigliere PD, come la cattolica di area Delrio Lucia Piacentini. Se Letta passerà dalle nostre parti, avremo modo di chiedergli un parere al riguardo.

A soffiare sul fuoco della protesta romana, oltre all’immancabile BDS, l’associazione che da anni promuove le campagne di boicottaggio contro le aziende e le istituzioni israeliane, furono soprattutto i grillini, i 5S.

Il Comune di Roma, come è noto, fu poi conquistato alle elezioni amministrative proprio dai Grillini. La sindaca Virginia Raggi però si è ben guardata dall’esigere la rottura dell’accordo tra ACEA e Mekorot che è tuttora in corso, anche sotto la nuova giunta guidata dal sindaco PD Roberto Gualtieri.

Noemi Di Segni, Presidente Unione Comunità ebraiche in Italia

Sull’argomento nell’estate 2016 si espresse anche la Presidente della Unione delle Comunità Ebraiche in Italia, Noemi Di Segni, tuttora presidente della Unione delle Comunità Ebraiche italiane. Al giornalista di “Repubblica” che le chiedeva un commento sull’intenzione manifestata dal Movimento 5s di mettere in discussione le intese tra la romana Acea e l’israeliana Mekorot, Noemi Di Segni rispose: “Mekorot è una società a partecipazione statale molto importante, affidataria della gestione delle fonti idriche in Israele. Tutta la geografia della regione poggia su queste limitatissime risorse. Temo che quella dei 5Stelle sia una presa di posizione politica aprioristica, senza conoscere la topografia e la tecnologia. Beneficiamo tutti del credito tecnologico anziché etichettarlo politicamente. Poi colpisce che si metta in discussione un’intesa tra Acea, che ha problemi di dispersione dell’acqua, e Mekorot, specializzata nel valorizzare ogni goccia della risorsa”. Non mancheremo di sollecitare anche lei e le Comunità Ebraiche italiane su questo revival di proteste contro Mekorot.

La contestazione fu considerata «assurda» anche da Yigal Palmor, all’epoca portavoce del ministero degli Esteri israeliano, che così si espresse, sempre nell’estate 2016, in un’intervista al Corriere della Sera: «Giordani e palestinesi cooperano con Mekorot. Se sta bene a loro, perché non deve funzionare per gli stranieri? I progetti comuni sono sostenuti dalla Banca Mondiale e la nostra azienda ogni anno fornisce alla Cisgiordania più acqua di quella prevista dagli accordi con l’Autorità di Ramallah: con le nostre tecnologie avanzate e i sistemi di desalinizzazione possiamo permettercelo».

In sostanza, se il centro sociale AQ16 protesta contro l’accordo di collaborazione IREN-Mekorot, tutto sommato è nell’ordine delle cose: AQ16 non si offenderà se la consideriamo un’associazione estremista. Se il centro sociale reggiano evitasse forme di contestazione intimidatorie come quella messa in atto alcuni giorni fa negli uffici di Iren sarebbe meglio, ma insomma, siamo in democrazia, siamo in Italia, non nella Russia di Putin, il conflitto e il confronto sono il sale e il pepe della politica. Se però la protesta si estende anche a consiglieri comunali del PD, e ad autorevoli consiglieri regionali come Federico Amico, politicamente molto vicino alla giunta di Luca Vecchi, allora l’affare si ingrossa.

La posizione di 7per24 è chiara. A nostro parere, nelle terre martoriate di Israele e Palestina è bene favorire il dialogo. Certamente preferiamo di gran lunga la democrazia israeliana (che avrà tutti i difetti che volete, ma è una democrazia) all’integralismo di Hamas che comanda a Gaza, ma in quel conflitto è impossibile dire che le ragioni siano tutte da una parte e i torti tutti dall’altra. Dunque, nei limiti delle nostre limitate possibilità, è preferibile favorire il confronto anziché lo scontro.

L’antisemitismo è una bestia dura a morire, a volte si nasconde laddove nessuno potrebbe aspettarselo. Non dimentichiamolo mai, non solo in questi giorni nei quali il mondo commemora la tragedia della Shoah.

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