Se Dio è con Massari…

…allora Delrio è il suo profeta. Successo per la kermesse al Palasport del candidato del centrosinistra Marco Massari. Più problematica invece la serata successiva al Binario49 sul degrado in città e nella zona stazione, terreno di dominio quasi incontrastato per spacciatori, prostitute e discariche abusive a cielo aperto.

C’erano quasi tutti al Palasport alla presentazione in pompa magna del candidato del centrosinistra Marco Massari. Il PD, il partito, erede del vecchio PCI e di un pezzo della DC, al quale Massari non è mai stato iscritto e mai, lui giura, si iscriverà, a Reggio riesce ancora ad avere una notevole capacità di mobilitazione.

Vecchi e Massari, gemelli diversi

Erano attese 700 persone, ne sono arrivate “1.000” per Reggiosera, “oltre 1.000” per il Carlino, “1.300″ per la Gazzetta, “1.500” per Luca Vecchi. In realtà erano circa 900, comunque tante, ma sembravano molte di più per la scaltra disposizione degli spazi allestita dagli organizzatori. Non dimentichiamo che ogni sera in estate al Campovolo a Festareggio, la vecchia Festa de l’Unità, il PD mobilita qualcosa come 300-350 volontari. Se a questi aggiungiamo che Massari alle elezioni sarà sostenuto da ben sette liste, che ognuna di queste avrà 30 candidati e ce ne sono almeno il doppio attorno a ogni lista che sperano di essere ammessi alla corsa del 9 giugno, se aggiungiamo gli amministratori di enti locali, delle partecipate comunali ecc.ecc., sommiamo al tutto l’immancabile partecipazione degli attempati ma fedeli militanti (le mitiche “truppe cammellate”) convogliati al Palasport dalle sezioni del partito, si fa abbastanza presto a raggiungere quota 7-800.

Delrio e Massari: per curare i mali di Reggio il PD e la sinistra si affidano ancora a un medico

Molti di loro, arrivati da tutta la provincia, a Reggio città però non voteranno. Sette pullman provenienti da svariati comuni reggiani hanno convogliato colà centinaia di iscritti Pd. Dentro, nelle prime fila, in alcuni casi planati dalle loro ville e loft di Albinea, Canali e pedecollina, c’erano i big: i raggianti Graziano Delrio, Pierluigi Castagnetti e Luca Vecchi, poi Stefania Bondavalli, il cooperatore Marco Pedroni, ecc. Dietro, in platea e sui palchi, supporters del PD e peones vari dei partiti minori. Anche se qua e là, ben mimetizzate tra il pubblico, si potevano scorgere tante eminenze grigie, che a Reggio fanno politica da decenni e per l’occasione si sono mobilitate in massa per Massari, il candidato-ossimoro che deve innovare nella continuità, cioè prolungare i 20 anni di governo delle giunte Vecchi e Delrio. Tanti anche gli ex dirigenti della Federazione Giovani Comunisti Italiani, la FGCI degli anni ’70 e ’80, oggi assai meno giovani e anche un po’ meno comunisti, entusiasti come scolaretti in gita davanti alla prospettiva tutt’altro che remota di vedere l’ex compagno Massari assurgere allo scranno più alto di Sala del Tricolore.

Stefania Bondavalli col cooperatore Marco Pedroni, sostenitore della primissima ora di Massari

Sul palco, accanto allo stesso Massari, accolto da luci stroboscopiche e musica pop, un po’ star NBA, un po’ Conte Balabam che costringe gli impiegati della megaditta a sorbirsi la Corazzata Potemkin mentre in tv c’è Fiorentina-Atalanta, anche sette rappresentanti della Reggio del futuro, che inevitabilmente, se vincerà Massari, somiglierà a quella di oggi. Tutti creativi i sette prescelti, in prevalenza dipendenti pubblici, ovvero musicisti, primari ospedalieri, sceneggiatrici-registe, coordinatrici di progetti educativi, blogger, esperti in innovazione, ecc., invitati per esprimere i loro sogni e desideri sulla Reggio che verrà. Sorprendente, se consideriamo che Massari è un acceso sostenitore di Elly Schlein, l’assenza sul palco di rappresentanti di mestieri più umili e meno cool, tipo operai, infermieri, commesse, casari, eccetera, quasi come se questi ultimi non fossero in grado di avere una vision della città. Qualche pastore lucano e casalinga di Voghera, senza reali speranze di essere eletti, perché per entrare in consiglio comunale serviranno centinaia di preferenze, lo ritroveremo comunque nelle liste elettorali massariane. Quali sono state dunque le richieste e le proposte avanzate al Palasport dai sette creativi, tra gli applausi scroscianti di quegli stessi politici che negli ultimi decenni hanno governato la città?

Secondo il Patriarca Kirill oggi Dio è con Putin, e la Russia in Ucraina combatte una “guerra santa”

In sintesi, “pensare all’educazione come matrice fondante e inclusiva” (Maccagnani), “l’antifascismo pragmatico” (Collini), “l’importanza della cultura” (Tania Pedroni), “prendersi cura della città” (Merli), “il digitale accessibile a tutti” (Anceschi) e via discorrendo. Frasi decisamente vaghe insomma, ma l’obiettivo della serata non erano i contenuti, era il contenitore: esibire un palasport pieno, dimostrare che il popolo è con Massari, far vedere che il PD è vivo e lotta insieme a noi. Obiettivo raggiunto, indubbiamente. L’affermazione da annotare sui taccuini l’ha fatta Francesco Merli, probabilmente abbandonando per un attimo i panni dello stimato primario del CORE per assumere quelli di animatore della compagnia teatrale dei Guitti. Indipendentemente dal fatto che Massari si sia dichiarato ateo, “Dio è con Massari”, ha assicurato Merli dal palco. Una boutade simpatica che ha suscitato le risate del folto pubblico, ma non osiamo immaginare cosa sarebbe successo se una frase del genere, durante un comizio, l’avesse pronunciata l’On. Vinci a proposito di Tarquini, che a differenza di Massari è credente, cattolico e praticante.

Massimo D’Alema, già segretario nazionale Fgci dal ’75 all’80 ed oggi grande sostenitore di Elly Schlein, alla festa di compleanno di Umberto Smaila, quello di “Colpo grosso”

E Giovanni Tarquini? L’avvocato civico sostenuto dal centrodestra, lo stesso giorno in cui Massari radunava le folle, se ne è andato seraficamente a visitare “Gli Sfitti“, la bella mostra di Gianni Marconi, con prefazione del professor Massimo Mussini, dedicata alla marea di negozi vuoti del centro storico di Reggio Emilia che ormai fanno somigliare le zone limitrofe a via Emilia San Pietro a una ghost-town, “dove”, stando alle parole dell’autore, “il degrado tipico delle periferie viene trasferito nel cuore della città”. Come dire che, mentre altri cercano di stupire i reggiani con gli effetti speciali, Tarquini preferisce rimboccarsi le maniche e andare a toccare con mano le ferite vive della città, accogliendo l’invito di personalità della cultura con la C maiuscola che, con poche risorse economiche, producono arte ad elevato impatto sociale. Senza proporre ricette miracolistiche “per un centro storico abbandonato a se stesso”, ripete Tarquini, “che non esistono”, semmai affidandosi “alla competenza”, e non ai raccomandati o ai miracolati della politica come invece è successo un po’ troppo spesso in passato, aggiungiamo noi, perchè Tarquini, che è molto british, per ora preferisce non dirlo e non calcare troppo la mano. Forse però, sempre della serie consigli non richiesti di 7×24, dovrebbe cominciare ad alzare un po’ i toni. La mostra fotografica, che suggeriamo di non perdere, è alla Galleria ArtYou in via Gazzata fino al 21 aprile. “Gli sfitti” nei giorni precedenti è stata visitata anche dagli altri candidati sindaco Massari e Aguzzoli, ma solo Tarquini e il candidato di Coalizione Civica Aguzzoli hanno ritenuto utile comunicare pubblicamente la loro visita all’esposizione di Gianni Marconi. 

Giovanni Tarquini alla mostra “Sfitti”

Meno trionfale, infine, è stata l’apparizione di Massari al Binario49 in via Turri, dove si è consumato il primo confronto pubblico tra i candidati sindaci. Davanti a una sala stipata all’inverosimile da quasi 200 cittadini, in gran parte residenti della derelitta zona stazione, Massari ha limitato i danni, perdendo ai punti ma non per ko. La sua apertura all’arrivo delle camionette dell’esercito in stazione sembra un po’ una promessa da marinaio, infatti lo ha messo subito in rotta di collisione con le ali sinistre della sua coalizione, a cominciare da Sic! e Verdi-Possibile e soprattutto dalla CGIL. Ma fondamentalmente Massari ha tenuto botta. Tarquini, forte di una coerenza e di una sensibilità sul tema del degrado e della sicurezza che tutti riconoscono ai partiti moderati e di centro-destra, di fatto giocava in casa, è parso più convincente e ha fatto valere il fattore-campo.

Scambio di sfottò social tra candidati: Aragona vs De Lucia…

Il dibattito però è stato più soporifero del previsto, chi si aspettava risse verbali e intemperanze da talk-show tv alla Corrado Formigli o Bianca Berlinguer è rimasto deluso. Chissà se le testimonianze dei reggiani accorsi al Binario49, “stranieri nel proprio quartiere”, come li ha chiamati Aguzzoli con un’efficace metafora, che da anni devono quotidianamente fare i conti con prostitute che esercitano la professione nei condominii, spacciatori che vendono crack e cocaina alla luce del sole,  omicidi che hanno ripetutamente insanguinato il quartiere,  escrementi umani depositati da sbandati e clandestini che fanno i loro bisogni nelle aiuole e lungo i marciapiedi,  eccetera, basteranno a convincere Massari, la sinistra e il PD che a Reggio la microcriminalità e il degrado non sono un’invenzione dei giornali e non sono solo un problema di percezione. Insomma, Massari rimane il favorito per la vittoria, ma  la campagna elettorale è appena cominciata e non ci annoieremo. Gli indecisi sono tanti e decideranno solo negli ultimi giorni a chi dare la loro preferenza.

…De Lucia vs Aragona al Binario49
Total
0
Condivisioni
Prec.
Economia toscana e mafie, il giro d’affari vale 11,3 miliardi

Economia toscana e mafie, il giro d’affari vale 11,3 miliardi

L'analisi dell'Irpet mette in luce il ruolo della Toscana come terra d'affari

Succ.
Campo largo a Prato. Pd e Movimento 5 Stelle in coalizione

Campo largo a Prato. Pd e Movimento 5 Stelle in coalizione

I principali contenuti del programma a sostegno della candidatura di Ilaria

You May Also Like
Total
0
Condividi