Prova a indossare l’abito del “rottamatore” ma si vede che è più a suo agio con l’alta sartoria. Luca Cordero di Montezemolo dal palco del teatro Valli accarezza il sogno del Grande centro e allo stesso tempo cavalca l’onda del rinnovamento. Spara a zero sulla vecchia politica incarnata da Bersani e Berlusconi, strizza l’occhio a Renzi, ribadisce il sostegno al premier Mario Monti. Con lui sul palco del Municipale Stefania Giannini, rettore dell’Università per stranieri di Perugia e Andrea Olivero, presidente della Acli.
Ci prova il presidente della Ferrari a proporsi come il volto nuovo della politica italiana, l’espressione della società civile, la risposta all’assenza di una forza autenticamente riformista e liberale. Al teatro Valli, gremito di eleganti signore in pelliccia, volti più o meno noti del mondo dell’imprenditoria locale, politici alla ricerca di una collocazione, sembrava la sera della prima. Per ridare voce e fiato a un centro ancora senza identità, con l’unico collante rappresentato da un governo tecnico ormai al tramonto Montenzemolo blandisce il suo pubblico nei punti in cui è più sensibile: “Nelle nostre liste proporremo un modello di discontinuità, persone della società civile, riformisti. Il centro non è luogo del moderatismo conservatore. Per noi non sarà così: stile moderato, spirito riformista”. Liberalizzare, dismettere, privatizzare, le parole d’ordine; il Monti-Bis l’obiettivo dichiarato: “se il premier vorrà interpretare il suo rinnovato spirito di servizio alla guida del Paese, io e Italia Futura saremo al suo fianco”. La platea gradisce e applaude.
Montezemolo strizza l’occhio in più occasione ai renziani, rappresentati tra il pubblico da Beppe Pagani. Solo una “visita di cortesia” per il sindaco Graziano Delrio. Ma tra i sostenitori del rottamatore pare che le reazioni siano state piuttosto tiepide. Così come gli aclisti reggiani hanno preso le distanze dall’intervento del presidente Oliverio.