Scuole occupate, s’allarga la protesta

Firenze – Aria di ribellione, nelle scuole cittadine. Ragazzi in piazza sabato scorso, poi le occupazioni che dilagano. Capofila, i ragazzi del Rodolico e quel Calamandrei occupato a Sesto che sabato scorso portava con orgoglio lo striscione al corteo studentesco con la Gkn. Dal 22 novembre, è occupato il Russell Newton a Scandicci. Oggi, occupato anche il Machiavelli-Capponi in Oltrarno. Poi, c’è il mistero del Michelangelo, dove il preside minaccia i ragazzi di farli sgomberare, arriva la Digos, escono tutti e rimangono chiusi fuori. La protesta degli studenti medi che si sta diffondendo a macchia d’olio,  comincia a prendere vigore la settimana scorsa, sull’esempio delle occupazioni del Polo scientifico di Sesto, cui segue la facoltà di psicologia. Miccia che fa preder fuoco alla protesta unversitaria, l’asserita imposibilità di far passare la tramvia dal Polo. Scoppia la polemica, ma soprattutto gli studenti non ce la fanno a sopportare un’ennesima “evidente e significativa scelta” nella direzione di abbassare ulteriormente il peso della cultura e della formaizone. “Nonostante – dice Renato – le dichiarazioni del sindaco, secondo il quale Firenze dovrebbe diventare la città della formazione, in realtà ciò che si fa concretamente è solo sdoganare costosissimi Student Hotel che sono di fatto strutture di accoglienza travestiti”. Chi non ne fosse convinto, potrebbe andarsene a vedere i prezzi richiesti per l’alloggio in questi Student Hotel e fare i conti sul salario medio delle famiglie italiane, che dovrebbero mandare i propri figli a studiare nella nostra città.

Ma quello delle strutture per consentire davvero a tutti gli strati sociali di poter far accedere i propri figli all’istruzione universitaria è solo uno dei temi. Un altro, anche questo con funzione di detonatore come la miccia della tramvia per il Polo scientifico, è quello della persistenza delle restrizioni dovute al Covid, che sfociano in un vero e proprio impedimento alle attività sociali degli studenti, mentre tutto il resto è sdoganato previo green pass ovviamente, dai ristoranti, ai trasporti, ai centri commerciali, agli stadi. “Gli studenti chiedono un piano di ritorno graduale alla normalità. Il riconoscimento di spazi da loro direttamente gestiti di discussione e di incontro. La necessità di uno spazio mensa più grande e di spazi dove poter consumare liberamente i pasti. La possibilità dell’utilizzo del blocco aule. La modifica del regime di prenotazione di aule e biblioteche rendendolo più flessibile e la graduale dismissione dei tornelli che non hanno nessun effetto sui controlli effettivi dei green pass”, dice Lorenzo Alba, ricercatore, di Potere al Popolo, che ha dato immediatamente la propria solidarietà alle occupazioni del Polo Scientifico e Psicologia.

Tornando alle occupazioni degli studenti medi, si aggiungono anche le preoccupazioni per le condizioni fisiche degli istituti, anche se è la preoccupazione del ritorno in Dad a fare da amplificatore a situazioni già critiche prima del covid. E’ dall’occupazione odierna al Machiavelli Capponi che giunge una delle motivazioni che sotterranee hanno seguito le proteste degli utimi anni: ovvero, il problema della scuola scludente, razzista, nozionistica, legata al raggiungimento di obiettivi imposti e flsi triofni. Un modello, spiegano un gruppo di ragazzi, che non solo “non appartiene al nostro approccio culturale, bensì alimenta solo competizione e ndividulismo, senza costruire o produrre cultura”.

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