Prato – Il mondo della scuola per la terza volta si è incontrato per discutere e approfondire il tema dell’intercultura e dell’inclusione dei minori stranieri nella scuola attingendo alle esperienze più originali e intuitive realizzate spesso in contesti emergenziali in tante scuole delle realtà periferiche del Paese.
Dopo Roma nell’aprile 2017, Milano nel gennaio di quest’anno, è stata la volta di Napoli il 6 e 7 dicembre scorso con il seminario nazionale dal titolo “La scuola Interculturale nelle periferie: educare alla bellezza e alla cura dei luoghi”, promosso dall’osservatorio nazionale per l’integrazione degli alunni stranieri e l’intercultura del Miur in collaborazione con il Comune di Napoli e l’USR Campania rivolto a dirigenti, insegnanti operatori del sociale e amministratori delle città.
Il programma della prima giornata si è aperto con le sessioni tematiche “Luoghi”, ovvero come rigenerare gli spazie favorire l’incontro; “Partecipazione”; “Bellezza”riguardo il valore della diversità e “Narrazione”,cosa raccontano la scuola e il quartiere,e si è svolto in quattro istituti scolastici periferici di Napoli. Fondamentale la presentazione di una serie di esperienze di inclusione della diversità culturale da parte dei docenti ed operatori intorno alle quali promuovere una riflessione da riportare in seduta plenaria il giorno successivo con varie esperti, rappresentati del mondo associativo e delle amministrazioni locali e nazionali.
La seconda sezione Partecipazione: alunni protagonisti, genitori corresponsabili,è stata introdotta e coordinata dall’Assessore della Pubblica Istruzione del Comune di Prato Mariagrazia Ciambellotti che ha sottolineato come il tema della rigenerazione urbana, con l’impegno a recuperare quartieri caratterizzati dal degrado e dall’abbandono dove spesso si registra un alto tasso di immigrazione, intende con la cura e la bellezza ricucire le relazioni tra le persone, riallacciare rapporti con piazze e strade, con il quartiere, educare alla cittadinanza, all’aver a cuore l’altro, l’ambiente, il bene comune.
La scuola, insieme agli amministratori, alle realtà associative, agli operatori sociali, è coinvolta in modo speciale nel processo di riqualificazione dei territori periferici. Spesso è l’agenzia educativa prioritaria capace di rimettere insieme la frammentazione sociale, di superare diffidenza e paure nei confronti della diversità e rendere protagonisti attivi genitori ed alunni in un percorso di riconoscimento reciproco, di scoperta e di valorizzazione delle proprie diversità. L’attività scolastica aperta all’altro, al diverso, diventa perciò una vera buona pratica che forma gli alunni alla cittadinanza, ad essere uomini e cittadini di domani. Nelle scuole periferiche da anni si fa sperimentazione, si fanno “prove di futuro”. Molte di queste sono diventati “punti luce”, fari che illuminano ed orientano il percorso che la scuola sarà chiamata a svolgere sempre più per accogliere ed includere chi proviene da tanti parti del mondo.
Sono stati presentati progetti che vedono gli studenti diventare tutor e mediatori linguistici e culturali dei nuovi arrivati; i genitori mediatori nei confronti dei docenti nella facilitazione linguistica; operatori sociali divenire collaboratori della scuola nella coprogettazione.
Particolarmente significativa l’esperienza riportata dagli operatori della Cooperativa Tangram di Firenze che ha ideato con genitori stranieri di seconda generazione un’idea di nido come luogo di accoglienza dei figli con tempi improntati a maggior flessibilità, in grado di rispondere in maniera adeguata alla domanda delle famiglie non più condizionate dalla scelta inevitabile di affidare i propri figli a parenti nel paese di origine. E’ nata una realtà educativa che vede i genitori coinvolti nelle attività scolastiche, ascoltati ed informati sul percorso formativo, sui progetti pensati insieme e realizzati grazie alla loro collaborazione. Un vero esempio di coinvolgimento che educa tutti i soggetti interessati alla formazione dei piccoli in nome di un impegno solidale e responsabile nei confronti dell’altro e del bene comune
In Italia, secondo dati del MIUR, sono 825.000 gli alunni e gli studenti di origine non italiana. La percentuale è del 9,4% sul totale della popolazione scolastica, più del 60% sono nati in Italia. In particolare nelle scuole dell’infanzia la percentuale di bambini figli di immigrati ma nati in Italia, si avvicina all’85%. Le scuole con almeno il 30% di alunni di origine non italiana sono quasi 3mila, quelle con almeno il 50% sono più di 600, in maggioranza scuole dell’infanzia.
In foto da sinistra Pan Xiangdong,genitore, socio Centro di Ricerca e Documentazione Didattica, Firenze, “Quando i genitori costruiscono il Nido”;Vinicio Ongini, esperto del Miur; Beatrice Falcini, responsabile Asilo Nido “La Giostra”, presidente Cooperativa Tangram, Firenze; Mariagrazia Ciambellotti assessore all’Istruzione del Comune di Prato.