Firenze – Oltre 600 a Firenze, migliaia in tutta Italia. Si conclude così, con una convinta partecipazione fra cittadini, studenti, insegnanti, docenti, personale della scuola, amministrativi e lavoratori delle cooperative, la seconda grande giornata di mobilitazione nazionale per la riapertura delle scuole, in sicurezza sia sanitaria che di salvaguardia dei principi fondamentali su cui si regge la scuola pubblica in Italia: istruzione per tutti, cultura per tutti. una manifestazione che ha anche visto al centro la denuncia del tentativo di usare la pandemia per tornare a mettere in piedi quelle disuguaglianze nell’accesso che rendono la scuola popolare, di nuovo, “scuola di classe”. I punti che il comitato promotore, riorità alla scuola” sta proponendo da qualche settimana alla ministra Azzolina senza averne in cambio nè risposta nè riconoscimento, sono: risorse straordinarie; personale docente e Ata adeguato alle esigenze della scuola; assunzione dei docenti precari dalle graduatorie provinciali; maggiore numero di spazi per tutte le scuole di ogni ordine e grado; investimenti strutturali per l’edilizia scolastica: prevenzione sanitaria nelle scuole. Stop allo smantellamento della scuola pubblica, che vuol dire no alla riduzione del tempo scuola, rifiuto esternalizzazione di servizi educativi per completare il tempo scuola che causerebbe un aumento del lavoro precario; no alla riduzione delle ore didattiche da 60 a 40 minuti; no alla Didattica a distanza come parte strutturale dell’orario scolastico.
Le città in cui oggi si sono svolte le manifestazioni oltre a Firenze: Roma, Milano, Faenza, Trento, Ravenna, Genova, Reggio Emilia, Pisa, Livorno, Pontedera, Perugia, Cremona, Lucca, Ancona – Civitanova Marche, Parma, Vicenza, Arezzo, Pistoia, Torino, Padova, Ferrara, Napoli, Collegno (Torino), Vercelli, Brescia, Verona, Prato, Matera, Taranto, Aosta, Bologna, Forlì, Sassari, Sanremo, Potenza, Torre Pellice (Torino), Imola, Palermo, Terni, Cuneo, Cesena, Cosenza, Mantova, Caserta (in piazza venerdì), Benevento, Massa Carrara, Modena, Mondoví (Cuneo), Aci Castello (Catania), Pescara, Catania, Siracusa, Sacile (Pordenone), Salerno, Varese, Pavia, La Spezia, Messina, Ragusa, Frosinone.
Inoltre, la protesta si è appuntata anche sulle nuove linee guida del governo sulla scuola: “In questi mesi il Governo ha messo in contrapposizione il diritto alla salute e il diritto all’istruzione e con queste linee guida conferma di non avere un progetto serio su come gestire la scuola da settembre e per questo scarica le responsabilità sui dirigenti scolastici. Il Comitato propone di considerare le scuole come presidi sanitari territoriali con la riapertura delle infermerie scolastiche, dove, attraverso i medici di base, sarebbe possibile intervenire tempestivamente con test sierologici, tamponi e monitoraggio sanitario, in modo tale da far ripartire la cultura della prevenzione, sulla quale si è smesso di investire da almeno un ventennio.
Il Comitato “Priorità alla Scuola” chiede il ritiro delle linee guida, che ritiene imbarazzanti e inutili, e annuncia che la mobilitazione nazionale continuerà finché queste non saranno revocate. Insegnanti, dirigenti scolastici, genitori, educatrici e studenti non smetteranno di chiedere priorità per la Scuola Pubblica”.