Firenze – Le infruttuose trattative con la dirigenza locale del gruppo Fs- Società RFI hanno costretto le segreterie regionali Fit- Cisl; FIt- Cgil e Uilt-Uil, a proclamare lo sciopero di ventiquattro ore (dalle 21.00 di oggi fino alle 21.00 di domani 10 gennaio) su tutto il territorio toscano. La protesta coinvolgerà tutto il personale addetto alla circolazione dei treni, in particolare le figure del Capo Stazione e del Dirigente Centrale Operativo (Dco).
Sono passati ventiquattro giorni dallo sciopero nazionale delle ferrovie dello stato, e il personale ha nuovamente indetto uno sciopero perché contrariato dal piano proposto dalla Rfi che ha già attuato dei tagli al personale con il licenziamento di 49 operatori, con, in preventivo, una previsione di altrettanti dipendenti nei prossimi mesi. I ferrovieri del settore Movimento e Circolazione aderiscono allo sciopero contro “i rischi della desertificazione delle stazioni, sempre più terra di nessuno, luoghi una volta di accoglienza e adesso di degrado – come spiegano i sindacalisti – contro gli atti unilaterali dell’azienda nei confronti del personale, contro il declassamento dei posti privilegiati cui, al contrario di altre regioni, la Toscana pare voler rinunciare. Inoltre lo sciopero è stato indetto per ottenere un’organizzazione del lavoro coerente ai reali carichi del personale e per difendere i posti di lavoro”.
Franco Fratini, sindacalista FIT-CISL spiega: “Gli operatori coinvolti nel settore Movimento e Circolazione sono, su tutto il territorio regionale, circa 800. Il problema del piano della Rfi è ridurre il personale con dei tagli drammatici che hanno coinvolto quarantanove persone e ne interesseranno altrettante nel prossimo futuro. Si tratta di un settore che da anni soffre la mancanza cronica di personale. Noi chiediamo di risiederci ad un tavolo per riaprire una trattativa, non ci può essere solamente in preventivo una riduzione di personale tesa all’obiettivo della diminuzione dei costi”.
Il settore è molto importante, il capo stazione è una delle figure che garantisce la mobilità dei treni dei binari e la sicurezza della stazione stessa. Il capo stazione è colui che rivela le anomalie e mette in moto la ripristinazione delle anormalità.
Paolo Fanttappiè, sindacalista UILT – UIL, prosegue: “Il primo taglio dell’azienda ha coinvolto diciassette Capi Stazione, diciassette Operatori della circolazione e quindici tecnici della circolazione, quindi quarantanove addetti ai lavori licenziati ai quali si dovranno aggiungere altri 51 nel prossimo futuro per un totale di 100. Nel piano della Rfi è prevista la riorganizzazione ferroviaria collocata tra Firenze e Pisa, conseguentemente c’è stata la desertificazione di alcune stazioni che oggi non hanno più un capo Stazione. Questi tagli dei lavoratori caricano eccessivamente il lavoro degli operatori che restano, a discapito della sicurezza”.
Nel corso di una giornata, durante un normale turno di lavoro, nelle stazioni ferroviarie, al passaggio dei treni è calcolato che accadano dalle sei alle sette anomalie che le nuove tecnologie, come il sistema operativo centrale, non sono in grado di risolvere in automatico. Per questo è necessario il controllo manuale di un tecnico.
Chiellini, Sindacalista FILT – CGIL: “ Questo sciopero investe anche gli operatori Dco. La trattativa non ha mai posto al centro la questione del lavoro cioè le necessità reali, il rischio concreto è che le discussioni dell’azienda sfocino in un vero disservizio. Togliere il personale adeguato sul territorio, implica il sorgere di gravi problemi sia dal punto di vista della sicurezza sia del servizio per i cittadini”.
Rocco Antonino, Capo Stazione, ricorda: “La nostra trattativa con la società Rfi è durata sei mesi, il loro piano di riequilibrio che in realtà aveva al centro lo scopo di produrre dei tagli al personale ci ha portato e ci porterà a scioperare finché non si aprirà un nuovo tavolo di trattativa per una riorganizzazione del lavoro”.
Un altro Capo Stazione, Bacini: “Questo è un lavoro in cui, se commetti uno sbaglio, vai in galera perché crei incidenti sul lavoro. Se parliamo di operatori nella Centrale operativa, dobbiamo immaginarceli come dei lavoratori nella torre di controllo degli aeroporti che attraverso gli schermi seguono il segnale del treno e lo comunicano al capo stazione. Questa imagine deve servire a dare una lucida fotografia del lavoro che svolgiamo e che il piano di Rfi rischia di sovraccaricare a solo pochi centri. La difficoltà della trattativa è stata con l’azienda che non ha voluto parlare della questione del lavoro e non ha voluto sentire nessuno”.
Fantappiè alla fine dell’incontro ha posto l’accento sulla rivendicazione della riapertura di un tavolo di trattativa che consideri il blocco di questi tagli, la riapertura delle stazioni che adesso sono deserte e le assunzioni di dieci capi stazione che sono state bloccate dal programma di «riqualifica» dell’azienda Rfi. “ Su questi punti noi non ci fermeremo- conclude il sindacalista UILT-UIL – infatti, già da mercoledì riprogrammeremo un nuovo sciopero di ventiquattrore, se non ci sarà un tavolo di trattativa, siamo disposti ad andare ad oltranza”.