Firenze – Una decisione grave, anzi “gravissima”, come dicono dall’Usb di Firenze, impedirà lo sciopero nazionale dei lavoratori delle cooperative sociali e del terzo settore, indetto dal sindacato di base per il 30 novembre prossimo. La decisione è quella presa dalla Commissione garanzia per l’attuazione del diritto di sciopero, che pronunciandosi su quello già indetto e convocato giorni fa dall’Usb nazionale, stamattina ha fatto sapere con una nota, che la manifestazione sarà vietata. Perché?
La nota, secondo quanto comunicano dall’Usb, “afferma che non sarebbe rispettato il termine della cosiddetta “rarefazione oggettiva”, cioè la distanza tra lo sciopero di oggi, 23 novembre, dei dirigenti di area medica e sanitaria del Servizio Sanitario Nazionale. Secondo la commissione non sarebbero stati rispettati i 12 giorni di distanza tra questo sciopero e quello proclamato da USB per i lavoratori delle Cooperative Sociali, perché coinvolgerebbe lo stesso bacino di lavoratori e utenti”.
Lo stesso bacino? Si interrogano increduli i membri del sindacato, che parlano di “mossa pretestuosa e ridicola, una provocaizone gratuita che prova a farsi beffe dei lavoratori del terzo settore. Magari avessimo gli stessi stipendi – dicono i lavoratori – dei dirigenti di area medica del Servizio sanitario nazionale”.
“La verità – spiegano dall’Usb nazionale – è che lo sciopero del 30 novembre, insieme a quelli già proclamati e che rimangono confermati dei lavoratori della Scuola e degli EX LSU ATA, avrebbe creato un problema di gestione politica per l’alta adesione che vi si preannuncia, rappresentando, per la prima volta, un grosso pezzo dell’area del Lavoro Pubblico precarizzato ed esternalizzato, che prende coscienza della propria funzione strategica, e si organizza unito e compatto per rivendicare salario, diritti, dignità, futuro degno per la vita, l’economia, la cultura ed i servizi di questo paese”.
E così, oltre a rivendicare ” con forza come lavoratori delle Cooperative sociali e del Terzo settore, il diritto di scioperare e manifestare: dagli educatori in rivolta contro le leggi di disordino professionale Lorenzin/ex Iori, agli OSS che chiedono il riconoscimento per il lavoro di cura come lavoro usurante e la fine del regime degli appalti, agli operatori dell’accoglienza, a tutti gli operatori esternalizzati”, la settimana prossima, concludono dall’Usb, “acquisite le specifiche nel confronto con la Commissione di Garanzia, riarticoleremo lo sciopero e la protesta”.