Firenze – Le Rsu di Firenze organizzano lo sciopero che oggi farà incrociare le braccia agli educatori dell’infanzia fiorentini, in sostegno alla vertenza che li vede uniti contro le scelte dell’amministrazione sugli appalti dei pomeriggi delle scuole dell’infanzia, che, spiega la nota delle Rsu comunali “implicano un vero e proprio arretramento rispetto al modello fiorentino dell’infanzia”.
Riassumendo ciò che sta succedendo, dal prossimo anno scolastico il governo cittadino ha deciso di appaltare la gestione del pomeriggio scolastico, in 56 sezione della scuola dell’infanzia a un soggetto privato, attraverso un bando di gara appena pubblicato.
Le ragioni dell’amministrazione sono state ribadite a varie riprese, soprattutto per bocca della vicesindaca Cristina Giachi, che per prima annunciò la decisione. Il motivo dunque è l’impossibilità di assumere personale a causa dei tagli molto pesanti attuati dal governo Renzi.
Un progetto che, affermano i sindacati, non ha nessuna teoria pedagogica alla spalle, ma andrà a cambiare profondamente il volto del progetto formativo delle scuole dell’infanzia comunali. Quello stesso progetto che le ha rese per anni un fiore all’occhiello del nostro territorio, un modello a cui si guardava anche da altri territori.
Il progetto che sarà messo in atto dall’attuale governo cittadino prevede: 18 sezioni nel Quartiere 1 (Rossini, Vittorio Veneto, Innocenti, Agnesi, Mazzei); 18 sezioni nei Quartieri 2-3 (Dionisi, Villani, Fortini, Grifeo, Stefani); 20 sezioni nei quartieri 4-5 (Viani, Niccolini, Il Pesciolini, Allori).
L’importo complessivo dell’appalto è di Euro 1.515.437,30. Un mucchio di soldi senza dubbio, commentano i sindacati, ma attenzione: l’investimento a quale fine è stato attuato? E con quei soldi, cos’altro si poteva fare, tenendo conto dell’eccellenza della scuola d’infanzia fiorentina così come finora attuata?
La risposta delle Rsu è la seguente: “Quei soldi potevano servire a operare altre scelte. In previsione della Riforma del sistema 0/6, si potevano dare incarichi annuali a tanti insegnanti che stanno superando le prove del concorso pubblico e che quindi saranno idonei per l’insegnamento, e si sarebbe pure risparmiato, ma sopratutto non si sarebbe compromesso il modello fiorentino di scuola dell’infanzia”.
I punti che vanno salvaguardati infatti, secondo le Rsu ma anche secondo cittadini e genitori che si sono organizzati in comitato, sono in primo luogo, il fatto che la “giornata scolastica deve essere incardinata su un gruppo docente che programma e gestisce in maniera unitaria e flessibile il tempo scuola e tutte le altre attività formative”; in secondo luogo, “tutto il personale che lavora nelle scuole deve avere stesse tutele e stesse retribuzioni”. La decisione presa dall’amministrazione, secondo i sindacati, va contro questi due punti nodali, rappresentando un arretramento e un ritorno a “quando la scuola dell’infanzia non aveva nessun profilo educativo”. Infine, per quando riguarda la tutela del personale, “con questo porgeto si introducono educatori con contratti di lavoro ancora diversi rispetto a quelli che si applicano attualmente”.