Firenze – Braccia incrociate anche per le toghe fiorentine. La magistratura risponde all’appello dell’Anm e ovunque in Italia oggi fioriscono sulle toghe le coccarde tricolore. E in mano, la Costituzione. E’ di circa il 70% l’adesione allo sciopero in Toscana. Il dato è stato reso noto dall’Anm Toscana . L’assemblea aperta è stata tenuta al Palazzo di Giustizia a Novoli. “Siamo qui per fare sentire la nostra voce. Con la riforma potrebbe essere pregiudicato quel monito che sta in tutte le aule dei tribunali e cioè che la giustizia è uguale per tutti”, sono le parole che ha pronunciato Alessandro Ghelardini, presidente della giunta toscana dell’Anm.
La mobilitazione delle toghe ha raggiunto il suo acme quando il Parlamento ha approvato, il 16 gennaio scorso, il disegno di legge costituzionale di riforma della magistratura.
La questione viene ripresa in una nota di Via Maestra, rete di organizzazioni e associazioni che si battono per la difesa e l’attuazione della Costituzione, che ha dato il proprio sostegno all’iniziativa dei magistrati. “Si tratta di una riforma che non risolve i problemi che affliggono la giustizia nel nostro paese e che sovverte radicalmente l’assetto costituzionale dell’ordine giudiziario, mettendo seriamente a rischio il principio-cardine della separazione dei poteri”. Non solo: Via Maestra ricorda anche, oltre “la separazione delle carriere tra giudicanti e inquirenti, lo sdoppiamento del CSM, la costituzione di un’Alta Corte che dovrebbe giudicare l’operato di magistrati e magistrate”, la modifica delle prerogative del Presidente della Repubblica. Attualmente, il Capo dello Stato presiede il CSM e quindi “saremmo di fronte all’ennesimo tentativo di stravolgimento dell’equilibrio tra i poteri, con gravi conseguenze per la tenuta e la qualità della nostra democrazia”. Con un’eco sinistra: “I contenuti del “Piano di rinascita democratica” della loggia massonica P2 di Licio Gelli, all’interno del quale testualmente si legge “la magistratura che deve essere ricondotta alla funzione di garante della corretta e scrupolosa applicazione delle leggi…”, lasciando intenderne, per contrasto, un ruolo abusivo ed eccedente la propria missione costituzionale”.