Firenze – “Mai come oggi c’è bisogno di informazione di qualità e la qualità non può andare di pari passo con la precarietà e il disprezzo dei dirittti di chi l’informazione la fa. Un giornale libero, attento nel raccontare quello che accade nel mondo ai cittadini, deve poter contare su giornalisti liberi, che lavorino nel pieno dei loro diritti. Per questo la Regione non può non essere vicina ai redattori del Corriere fiorentino che rivendicano, di fronte a scelte della proprietà che vanno in direzione di una precarizzazione e flessibilità totale delle redazioni, certezze, tutele, garanzie”.
Così il presidente della Regione Enrico Rossi ha espresso la solidarietà sua e della giunta, alla redazione del Corriere fiorentino, oggi e domani in sciopero dopo che l’azienda ha annunciato tagli per nove posti, di cui uno a Firenze, nelle redazioni locali del Corriere della Sera e spostamenti di altri giornalisti da una redazione all’altra.
Il presidente, sottolineando il ruolo del quotidiano nel panorama regionale e la volontà della Regione di difendere la pluralità e la libertà dell’informazione in Toscana, ha messo a disposizione tutti gli strumenti utili a riaprire un confronto positivo fra redazione e proprietà, per trovare soluzioni in grado di coniugare la tutela e la stabilità dei posti di lavoro e la qualità del prodotto editoriale.
In una nota l’Associazione Stampa Toscana dichiara solidarietà e sostegno ai colleghi del Corriere Fiorentino, costretti a proclamare due giorni di sciopero (il giornale, all’interno del Corriere della Sera, non uscirà sabato 19 e domenica 20 maggio) in seguito all’annuncio, da parte dell’Azienda, del taglio di 9 posti di lavoro, di cui uno a Firenze, oltre ad altri provvedimenti fra i quali l’istituzione del giornalista “globe trotter”, da spostare a piacimento da una redazione all’altra.
L’Ast ha partecipato, con il suo presidente Sandro Bennucci, alla riunione sindacale, a Milano, insieme ai Cdr delle edizioni locali del Corriere e al segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, all’annuncio del piano di tagli da parte dell’Azienda. Piano del tutto ingiustificato per una perdita di 386 mila euro rispetto agli oltre 14 milioni di euro della produzione e alle 30 mila copie al giorno vendute, in media, dalle 5 testate (Firenze, Trento, Bolzano, Veneto, Bologna) finite sotto la scure aziendale.
L’Ast è pronta a intraprendere tutte le iniziative sindacali del caso, insieme alla Fnsi e alle associazioni regionali di stampa interessate dal provvedimento di Rcs, ma si augura che il primo gruppo editoriale italiano voglia sedersi di nuovo rapidamente a un tavolo per rivedere un provvedimento così penalizzate soprattutto nei confronti di colleghi che lavorano, anche da 10 anni, con un contratto a termine che rischia drammaticamente d’interrompersi prima di essere trasformato, come sarebbe logico che fosse, in contratto a tempo indeterminato.