“Buona la prima!”. Il lungo cammino di proiezioni e dibattiti della primissima edizione di Giano Festival (“pensare attraverso il cinema”), svoltasi nel capoluogo montano, iniziato l’ottobre scorso con tre giornate inaugurali e proseguita con due incontri tematici mensili fino a fine maggio, ha tagliato con grande soddisfazione il suo primo traguardo. E la notizia è che, dopo la pausa estiva, si ricomincia.
Un festival della scienza e della filosofia viste e analizzate attraverso alcuni capolavori cinematografici, dai film di Méliès a cavallo tra Ottocento e Novecento alle sceneggiature del nostro Cesare Zavattini, da Kubrick a Spielberg. Una rassegna appunto “bifronte”, sia perché capace di abbattere i muri tra creatività e scienza, quindi tra l’umanistico e lo scientifico, sia perché si è rivolta a un doppio pubblico: quello degli adulti (il giovedì sera) e quello delle scuole (il venerdì mattina), tra informazione ed educazione al pensiero critico.
Dieci serate più otto mattine d’incontri con gli studenti, ventuno film proiettati e una ventina di ospiti d’eccezione che si sono alternati a dibattere intorno alle tematiche emerse dai film. In sette mesi al teatro Bismantova sono passati (due per ogni appuntamento) neuroscienziati, filosofi della mente, fisici, semiologi, registi, sceneggiatori, musicisti, accademici e divulgatori, studiosi di cinema ed esperti di letteratura, arrivati da Nord e Centro Italia, Emilia Romagna ovviamente compresa. Tutti in dialogo tra loro e con il pubblico, insieme a uno dei cinque membri del comitato scientifico del festival.
“Ciak, si gira…” e come debutto avete girato parecchio, sia in termini di chilometri macinati su e giù per la provincia, dalla Mediopadana alla Statale 63 fino a piazza Peretti, sia di carne al fuoco (per amore e in onore della “settima arte”) servita in palcoscenico con gustoso e ricco contorno di scienza e filosofia…
“Sì, siamo soddisfatti dei risultati raggiunti, è stata un’iniziativa riuscita e partecipata sotto diversi aspetti” commenta loscrittore, critico cinematografico e insegnante di latino a Roma Fabio Canessa, ovvero il direttore artistico di Giano, progetto ideato e promosso dalle aziende reggiane dell’innovazione thedotcompany e Energee3 in partnership con il Comune di Castelnovo ne’ Monti e, appunto, il teatro Bismantova. Di più: la sfida continua, nel senso che l’impegno a offrire al pubblico una rassegna di qualità, dai plurimi contenuti e dalla plurale adesione, raddoppia. “Sì, ci sarà una seconda edizione, a cui stiamo già lavorando – continua Canessa – in quanto un progetto come questo si misura nell’arco di due-tre anni, non in una sola stagione, e poi perché di temi interessanti e attuali da affrontare ce ne sono ancora tanti”.
– Un bilancio artistico-culturale molto positivo quindi, con tanto di bis. Ci elenca un po’ di argomenti di riflessione affrontati nella prima edizione?
“Certo. Siamo partiti dal concetto di tempo proiettando L’ordine del tempo di Liliana Cavani, la super-ospite che ha inaugurato Giano e che poche settimane prima è stata premiata con il Leone d’Oro alla carriera all’ultima Mostra del Cinema di Venezia. Poi, negli appuntamenti tematici mensili si è via via discusso del rapporto uomo-macchina, di robot e coscienza, di intelligenza artificiale e Chat GPT, e ci siamo chiesti che cosa siano l’identità e l’Io, la realtà e la verità, il caso e la serendipità; poi abbiamo parlato di diritti degli animali ed empatia, di pseudoscienza e fake news, e di tanto altro”.
– Un’anticipazione sulla prossima edizione?
“Be’, posso dire che il secondo titolo della collana Giano pubblicata da Edizioni thedotcompany, dopo il primo avente per tema Zavattini uscito l’ottobre scorso, sarà un libro dedicato al regista Pietro Germi di cui quest’anno ricorre il 50° anniversario della morte e il 110° della nascita”.
Che dire: arrivederci ad ottobre dunque. Perché “format” che vince non si cambia: al massimo lo si implementa e potenzia, magari con appuntamenti organizzati anche a Reggio città e in provincia.
In foto Pietro Germi