Scherzo d’aprile: le gelate abbattono il 40% della produzione viticola

Le gelate del 19, 20 e 21 hanno prodotto un danno di circa il 40% (con punte del 50 in val d’Enza) alla viticoltura reggiana nella raccolta del 2017, pari a circa 500mila quintali di uva

renzi3_mgzoomE’ un danno più pesante del previsto quello che hanno causato alla viticoltura reggiana le gelate del 19, 20 e 21 aprile. Una coda dell’inverno che nella nostra provincia, secondo gli accertamenti di Confcooperative sulle 8 cantine sociali del nostro territorio, causerà una perdita di quasi il 40% sul prossimo raccolto rispetto alle quantità del 2016.

“In diversi casi – sottolinea Alberto Lasagni, responsabile delle coop agricole e agroalimentari di Confcooperative – i danni hanno colpito l’intera produzione aziendale.” Le gelate, pur essendo estese all’intero territorio provinciale, hanno particolarmente e diffusamente colpita, secondo le indagini di Confcooperative, soprattutto la zona che si estende da Correggio sino all’intera fascia della pedecollina.

“Non c’è storia recente né casistica – sottolinea Lasagni – che ci riporti fenomeni di gelate tardive così pesanti, e tuttora pesa l’incognita dei danni, che si potranno verificare solo più avanti, causati dallo stress termico subito dalle uve che attualmente non riportano danni visibili”. Per la vitivinicoltura reggiana, dunque, si prepara un nuovo anno particolarmente difficile dopo un 2016 già segnato da una forte riduzione delle quotazioni, che ha toccato in modo particolare i lambruschi”.

“La qualità del raccolto – osserva l’esponente di Confcooperative – non è stata minimamente ripagata dal mercato, e il prevedibile aumento delle quotazioni – naturale conseguenza di danni da gelo che ridurranno la produzione 2017 – non consentirà alcun recupero di reddito, stante il fatto che nelle cantine sono pressoché assenti le giacenze”. E’ dunque in questo contesto – che segna la prevedibile perdita di oltre 500.000 quintali di uve rispetto ad un raccolto 2016 pari a 1,437 milioni di quintali – che Confcooperative sollecita il mondo politico ed istituzionale ad un intervento che consenta, quantomeno, di adire la via della dichiarazione dello stato di calamità naturale.

“Abbiamo già avviato rapporti intensi con esponenti di questi mondi e siamo a conoscenza anche dell’impegno che alcuni esponenti politici hanno già assunto; l’auspicio – conclude Lasagni – è che il Governo ascolti la loro voce e quella che coralmente sta esprimendo il mondo agricolo e cooperativo per sostenere un settore portante dell’economia agricola provinciale, già provato da pesanti difficoltà di mercato e, ora, alle prese con una nuova emergenza di straordinaria portata”.

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