Sara Funaro nuovo sindaco di Firenze

Firenze stoppa l’onda nera, la prima donna sindaco con oltre il 60% dei voti
Sara Funaro

Firenze – Malumori, divisioni, polemiche, la storica insofferenza dei fiorentini critici su tutto e tuitti , persino i colpi di gran cassa sulla sicurezza suonati da una Destra che ha voluto essere, per non perdere nessun voto, forcaiola e sociale allo stesso tempo: tutto inutile, Firenze col 60,63% che rimano inchiodato e resiste al progredire dello spoglio, ormai giunto alla fine, ha risposto no al montare dell’onda nera che sta sommergendo l’Europa. Sara Funaro, pur senza primarie, pur vissuta da molti componenti del partito e soprattutto dagli elettori, come una scelta imposta dall’alto, dopo una campagna che per molto tempo è sembrata quasi in sordina (ma gli incontri con ii rappresentanti della società civile sono stati sempre molto curati e frequenti), ha raccolto un bottino molto interessante, che le consegna una poltrona carica, se possibile, di responsabilità ancora più forti di quanto fu, a suo tempo, quella su cui sedette Dario Nardella.

Dario Nardella, ex sindaco, suo primo motore, ormai deputato europeo votatissimo anche fuori dalla Toscana, ha oggi raggiunto il più definitivo dei suoi successi. Un risultato, quello di Funaro, che assolve i suoi dieci anni precedenti di sindaco, Funaro assessore a casa e poi welfare, che assicura una continuità perlomeno di consegne (sarà compito della nuova sindaca dimostrare che alcune lezioni sono state capite) e che lo riporta in pieno splendore politico: Nardella che ha dimostrato uno straordinario senso della politica, cavalcando la trasformazione urbana di Firenze in tutti i sensi, dall’apertura agli investimenti internazionali alla norma che ha stoppato gli Airb&b in centro storico, dai permessi agli studentati privati alle promesse e alle regole per quelli pubblici, passando dagli sgomberi degli edifici occupati in nome della legalità (forse il più alto numero di sgomberi mai attuati in una sindacatura) alla questione delle residenze gestita da un’assessora di primo piano ed esperta come Elisabetta Meucci, il sindaco è riuscito a chiudere un chiacchierato decennio con un colpo da maestro. Oggi, in Duomo insieme al nuovo Arcivescovo, serafico e soddisfatto, tutto sorrisi, dispensava saluti alla folla che sembravano benedizioni, potere religioso da un lato, potere laico dall’altro. Del resto, allargando la visuale, a Nardella è toccato in sorte di ricucire uno strappo che il suo antico patron Matteo Renzi aveva aperto in primis a Firenze, quello fra il vecchio ceto politico e il drappello di homines (e mulieres) novi-novae che lo hanno accompagnato in una resistibile ascesa. Una rottamazione che aveva visto salvare solo le due giannizzere Saccardi e Meucci, che tuttavia avevano già un solido e personale zoccolo duro. Tant’è vero che Saccardi, vicepresidente di Regione e del presidente Eugenio Giani, ha dichiarato il proprio voto (personale) per Funaro, mentre da IV l’indicazione è stata liberi tutti.

Così, prima donna ad occupare la poltrona di sindaco di Firenze, Sara Funaro mette insieme un campo largo che va dal centrosinistra alla sinistra radicale, con tutti i distinguo nelle motivazioni che hanno spinto questo voto. “Sono un po’ emozionata”, dice Funaro, parlando dell’emozione “di essere la prima cittadina di Firenze”. Ringraziamenti alla squadra che l’ha accompagnata, al partito, ai volontari, al comitato, a tutti i partiti della coalizione. Obbligati i ringraziamenti oltre al segretario cittadino Andrea Ceccarelli, alla segretaria della Città Metropolitana Monica Marini, al segretario regionale Emiliano Fossi, fino ad Elly Schlein , che ha sostenuto senza esitazioni la scelta del partito fiorentino e soprattutto la scelta di non ricorrere alle primarie”. E le parole finali sono: “Sarà la sindaca di tutti e tutte”.

Una vittoria netta, dunque, che è stata raggiunta, vista l’ampiezza del ventaglio di voti che si sono dispiegati, da una vera e propria mobilitazione contro il pericolo della Destra al governo della città, finendo per mettere insieme voti progressisti e radicali di varie provenienze. Parlando delle responsabilità che peseranno sulle spalle della nuova sindaca, una sarà precisamente questa: riuscire a dare spazio al confronto e alla valorizzazione delle varie anime che compongono la sua vittoria, rompendo con un certo tradizionale atteggiamento monocratico del Pd. E questa forse sarà la prima e una delle più difficili battaglie della nuova sindaca,

Infine, una riflessione dovuta anche sulla Destra, che neppure il volto bonario, l’ironia e il curriculum di Eike Schmidt è riuscita a trascinare alla vittoria, a Firenze, che nutre nel suo Dna una sorta di cordone sanitario per tutto ciò che anche solo lontanamente si richiama al regime fascista. Un cordone sanitario che però sta deteriorandosi, come dimostra il 39,4% ottenuto dall’ex Direttore degli Uffizi.

Ancora, due parole sulla scarsa affluenza, che si è fermata sotto la soglia del 50%. Fra le cause, senz’altro ha pesato la strozzatura del dibattito, giunto alla fine un po’ stanco e necessariamente senza l’appeal iniziale. Ecco i numeri: sotto il 50% il dato toscano dell’affluenza nei comuni in cui si è tornati a votare per il secondo turno: su 780 sezioni ha votato il 48,98 degli aventi diritto (dato del primo turno, 64,58%). A Firenze, siamo attorno al 48,01 %. Il dato precedente era del 64,44%. 

Interessante, per comprendere lo spessore della vittoria di Funaro, su rete nazionale, la7, nel corso del programma Otto e mezzo, la “benedizione” di Aldo Cazzullo, che, da fine analista politico qual è, preconizza per Funaro “,un futuro nazionale”.

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