Firenze – La giornata dei Diritti Umani va a terminare, in questa fredda sera di dicembre. Ma nella piazza di Santo Spirito, a Firenze, il freddo non intacca il fuoco del ricordo di Riky. Proprio in questa giornata spiega il fratello Andrea, che è insieme al padre Guido, perché è di diritti umani che bisogna parlare, ricordando Riccardo. Riccardo Magherini, il figlio di Firenze che non si rialzò più dal selciato dove era stato posto da un fermo dei carabinieri. E a ricordarlo sono la famiglia, gli amici, ma anche le associazioni che hanno contribuito a organizzare la serata, insieme alla famiglia del “Maghero”, ACAD, Cpa Firenze Sud, col contributo dei Bianchi di Santo Spirito. Ma non sono soli. C’è una piccola folla, commossa e indignata, che stringe le mani ai parenti di Riccardo Magherini, che si stringe attorno a quel video, proiettato su una parete della piazza accanto alla chiesa e al suo presepe, in cui risuonano le urla, le preghiere, le richieste di aiuto. Venticinque testimoni di quella serata, un video filmato su un telefonino prodotto in Tribunale, tre passaggi giudiziari, come il nostro ordinamento prevede, due condanne per omicidio colposo in primo e secondo grado per i tre carabinieri che operarono il fermo, e infine, la sentenza della Cassazione, che “cancella con un colpo di spugna”, ricorda Andrea Magherini, le due condanne precedenti.
La piazza torna ad essere gelida, dopo il video, e neppure gli interventi degli amici, la presenza di persone con cui Riccardo ha condiviso la vita e ora condividono il dolore della famiglia, riesce a scaldare. La piazza mostra un volto intergenerazionale: ci sono gli amici con cui Riccardo ha vissuto, con i figli che hanno circa l’età di quello di Riccardo (un ragazzino davanti al video si stringe alla madre, “ho paura”, dice), ma anche anziani signori col cappello duro in testa e il bastone, ragazzi giovanissimi e signore anziane. E’ un popolo, quello che guarda con occhi sbarrati i video che furono fatti con i telefonini quella sera e ascolta con le orecchie incredule quelle suppliche, quella voce, quelle grida. E fra la gente ci sono il presidente del consiglio comunale Andrea Ceccarelli, qualche altro consigliere del Pd, Tommaso Grassi e Donella Verdi di Firenze riparte a Sinistra, Miriam Amato di Potere al Popolo. E’ stata quest’ultima a presentare un ordine del giorno, in consiglio comunale, sottoscritto da tutti i capigruppo in ricordo di Riccardo. Un atto con cui si chiede che “il Comune di Firenze si faccia promotore di iniziative, in accordo con la famiglia Magherini, per ricordare la prematura morte di Riccardo e che si adoperi per supportare la famiglia nelle future iniziative promosse sul territorio e prosegua nell’intento di individuare un luogo della città da dedicare a Riccardo Magherini”.
“Non è finita – dice Andrea, il fratello di Riccardo – stiamo realizzando un esposto che inoltreremo alla Corte Europea. Un atto molto complesso e tecnico, cui stiamo lavorando”. Non è finita, rispondono dalla piazza, quando un amico di Riccardo, Lorenzo, racconta della fondazione che è stata creata nel nome del Riky, raccomanda la presenza il 22 dicembre per il mercatino sportivo che verrà organizzato al Conventino, “perché con i soldi delle iniziative abbiamo potuto donare due defibrillatori di cui uno al Torrino di Santa Rosa, oltre a 1.500 euro per un’associazione che si occupa di far praticare sport ai ragazzi disabili”. E poi i ricordi, gli interventi, mentre qualcuno dalla piccola folla che si stringe, tenendo in mano una selva di palloncini bianchi, dice: “E’ il giorno migliore per ricordare Riccardo, quello dei Diritti Umani. I diritti che non ha avuto”.