Santo Spirito e spazio pubblico fra divieti e proteste

Firenze – Protagonisti, i ragazzi. Tanti, tantissimi. Appartenenze politiche mescolate a chi di politica non gliene frega niente. Gruppi di tutte le provenienze, con una caratterisica, quella generazionale. Perché sono stati i ragazzi, fiorentini, ieri sera 19 giugno, a dire che quella piazza non si “privatizza”. Vale a dire, non la si sottrae all’uso della città. “Contro la movida, non può essere permesso tutto”, dice Daniel. “Si fa di tutto per attrarre gente e poi non si vuole che venga”, sintetizza una ragazza. Parola d’ordine, via i cordoli (che vengono tagliati), rovesciati i blocchi neri dove stanno piantati i chiodi fiorentini. E dalla parte del gruppo di residenti che vorrebbe interdire l’uso della piazza a chicchessia, torna prepotente la richiesta: “Serve la cancellata”. E se la cancellata venisse scalata? Si passerebbe ai muri, magari col filo spinato? …. E se anche questo non bastasse, mitra e cannoni?

Il vero problema di Santo Spirito è racchiuso in queste brevi battute. Ieri sera, alla convocazione apolitica di una Jam Session, hanno risposto in centinaia, cartelloni alla mano e piccolo corteo contro le installazioni comunali. La serata è andata avanti con pic nic improvvisati a base di pizza e ovviamente è salito il livello alcolico. Resta nell’ombra il problema di fondo:  come lasciare al loro ruolo naturale le piazze, costruite affichè i cittadini anche non paganti possano usufruirne, senza dare libero sfogo a chi vandalizza e distrugge? Ancora, il problema della pisciata libera: ma se ci fossero i bagni pubblici?

Santo Spirito diventa così l’emblema di una delle più potenti contraddizioni dell’idea di città mercificata. Perché il problema è: se da un lato si fa di tutto per dipingere Firenze come il luogo del divertimento e del “ritrovo”, si riempie la piazza di osterie, localini, aperitivi e cenette a lume di candela, e di tutto questo si mena vanto in lungo e in largo nel gran mercato internazionale, cosa ne facciamo dei ragazzi, studenti, lavoratori, semplicemente persone che vogliono mettersi a sedere senza spendere e stare insieme fino a quando non tramonta la luna? Problema ulteriore: questi si ubriacano e poi fanno le peggio cose turbando i cittadini che perdono sonno e si sentono in pericolo. Allora è un problema di ordine pubblico? Oppure il malessere è più profondo e riguarda in qualche modo la privatizzazione di fatto degli spazi pubblici? Oppure è rabbia sociale? Domande scomode? Forse è il momento di porsele.

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