Anche il Premio Sant’Ilario 2014, secondo dell’era grillina, ha avuto come palcoscenico l’auditorium Paganini i cui 800 posti scarsi si sono riempiti poco più che a metà. C’è chi dà la colpa alla solita crisi, mentre altri non mancano di leggervi un segno di disaffezione nei confronti del sindaco Federico Pizzarotti. Ma forse la spiegazione è più semplice, e risiede nella stanchezza dei cittadini nei confronti di un rito ormai fiacco.
Tranne che per gli amici e i parenti dei premiati (e ormai abbiamo superato quota 300) mostra ormai la corda anche il “discorso sullo stato del Ducato” che tutti i sindaci di Parma tengono in occasione della festa patronale. Nata e cresciuta all’epoca della grottesca grandeur alla parmigiana, oggi la prolusione di qualsivoglia primo cittadino ha pochi motivi per resistere, ridotta com’è a un elenco di buoni propositi per l’anno appena iniziato, con il corredo di qualche medaglia auto appuntata per il lavoro svolto fin qui e l’immancabile cahier de doléances nei confronti di altri livelli amministrativi ricchi, taccagni e cattivi.
Non è, lo ripetiamo, colpa di Pizzarotti che anche quest’anno si è limitato a seguire una tradizione che precede di molto la sua elezione. E’ che c’è un tempo per ogni cosa, e oggi la retorica politica – programmatica appare agli occhi del cittadino inquieto come un lusso di cui si può tranquillamente fare a meno.
UN AIUTO DALL’EUROPA?
La principale novità di quest’anno, nel discorso del sindaco (qui in versione integrale), consiste comunque nella proposta di consentire anche ai Comuni di accedere ai fondi europei al momento destinati solo a Stato e Regioni. “Maggiore autonomia – ha detto Pizzarotti – significherebbe più risorse per i parmigiani e più stabilità per le politiche strategiche. Parlo ad esempio della possibilità di instaurare rapporti diretti tra le città e l’Unione Europea, soprattutto nei settori economicamente più rilevanti. I fondi europei sono un concentrato di capitali che riporterebbe nuova linfa agli investimenti. Al processo di integrazione europea, però, partecipano solo Stato e Regioni, mentre coinvolgere anche i Comuni come il nostro, significherebbe sostenere nuovi e innovativi programmi di impiego per il Welfare; per i nostri figli e per il futuro lavorativo; per la cultura, per la riqualificazione di tutti i nostri monumenti ed edifici storici”.
Interessante, e ben più circostanziato, anche l’elenco dei futuri impegni in materia di lavori pubblici: “Con le risorse a disposizione, nel 2014 riporteremo finalmente alla luce lo stupendo e per troppo tempo dimenticato Ponte Romano, e con l’abbassamento di via Romagnosi inizieremo a dare nuove prospettive alla Ghiaia. Investiremo un milione e mezzo di euro per ridare vita all’Ospedale Vecchio, un altro gioiello che restituiremo alla città, a tutti noi”.
Un piccolo accenno anche alla stazione Mediopadana, “considerata uno scippo dei cugini reggiani, è una risorsa che anche Parma deve saper sfruttare”. Vedremo come, ma almeno Pizzarotti ci ha risparmiato, negandola, la lagna dello scippo tanto in voga anni fa.
Infine, ma qui davvero niente di nuovo, un classico a 5 Stelle: il richiamo all’unità e alla partecipazione dei cittadini in vista dell’obiettivo di una città bene amministrata. “Dobbiamo tornare a conoscere le Istituzioni e a sentirle nostre, uno strumento importante per ritrovare il senso di comunità che si basa sulla fiducia reciproca. La comunità allora può e deve prendersi la responsabilità delle scelte, e lo deve fare mirando il più possibile al bene di tutti. Perché io non sono qui a rappresentare vuoti ruoli istituzionali. Io voglio rappresentare la nostra comunità, sono qui tra voi, e ho fiducia in quello che insieme possiamo fare”.
Tra un anno si replica, per chi avesse nostalgia.
I PREMIATI
Per l’edizione 2014 del Premio Sant’Ilario un’unica medaglia d’oro: all’ostetrica Clelia Buratti, che ha aiutato un bambino a nascere anche stamattina poco prima della consegna del riconoscimento.
Sette gli attestati di civica benemerenza. Al Consorzio del Prosciutto di Parma (archiviate, quindi, le polemiche per il post di Grillo sui “prosciutti alla diossina”), al Centro grandi ustionati dell’Ospedale Maggiore, all’industria conserviera Rodolfi Mansueto spa, allo “storico” dipendente del Teatro Regio Learco Tiberti, alla Fondazione Arturo Toscanini, all’atleta Norberto De Angelis e infine alla sezione parmigiana del Tiro a segno nazionale.