Firenze – Santa Croce ancora una volta, in giorni resi difficili dalle minacce di guerra, si ripropone come luogo di pace, di incontro indissolubile tra valori religiosi e civili. È una speciale vocazione quella della basilica che venne consacrata il 7 gennaio 1443 da papa Eugenio IV a conclusione del Concilio che, a Firenze, rappacificò la Chiesa d’Oriente e quella d’Occidente. Lo ricorda il cardinale Giuseppe Betori nel saluto d’introduzione a I Vescovi di Roma e Santa Croce di Firenze, pubblicazione che l’Opera e la Comunità francescana di Santa Croce hanno preparato per i sindaci e i vescovi partecipanti al forum del Mediterraneo e presenti domenica 27 febbraio alla celebrazione eucaristica di papa Francesco.
“È intima e profonda l’unione tra la basilica francescana e la città”, sottolinea il cardinale Betori mettendo in evidenza che “proprio il Concilio di Firenze del 1443 per Giorgio La Pira costituisce l’origine della vocazione particolare della città a costruire ponti di speranza e di amicizia”.
La pubblicazione racconta le vicende del complesso monumentale dal punto di vista del rapporto con i Vescovi di Roma. La raccolta di testi, curata dal consigliere dell’Opera Giulio Conticelli e pubblicata per i tipi di Mandragora, contiene gli interventi della presidente Cristina Acidini, del rettore della basilica padre Giancarlo Corsini, della conservatrice Eleonora Mazzocchi, dell’archivista Claudia Timossi e di padre Gabriel Marius Caliman.
La parabola francescana emerge in tutta la sua portata attraverso gli interventi di padre Giancarlo Corsini, rettore della basilica, che dedica ampio spazio a Innocenzo III e Onorio III – i papi della Regola – rappresentati in Santa Croce da Coppo di Marcovaldo, Giotto e Benedetto da Maiano.
Foto: lo spostamento della Pala Bardi avvenuto ieri per preparare la chiesa alle celebrazioni