Firenze – Il presidente Sergio Mattarella è giunto a Firenze, in Santa Croce, dove è stato accolto da un lungo applauso della piazza, dove si sono raccolti ordinatamente da qualche ora cittadini, secondo le disposizioni delle autorità che stanno resistendo nonostante il maltempo.
Ad accogliere il presidente della Republica, che assisterà alla Messa che vedrà l’omelia tenuta dal cardinale Gualtiero Bassetti, il sindaco di Firenze, Dario Nardella, il presidente della Regione, Eugenio Giani, i cardinali Bassetti e Betori e la Presidente dell’Opera di Santa Croce, Cristina Acidini. Presente anche il rettore della Basilica, padre Giancarlo Corsini.
Questa mattina ci sono stati anche gli interventi conclusivi del cardinale Bassetti e del sindaco Nardella per quanto riguarda il Forum dei Vescovi e Sindaci del Mediterraneo.
Il Presidente della Cei ha lanciato un forte appello alla pace, riferendosi ai giorni drammatici che si stanno vivendo in Ucraina. “La Carta di Firenze è un raggio di luce nell’ora più buia”, ha detto Bassetti.
Dopo aver citato più volte La Pira, il sindaco Santo di Firenze, Bassetti ha concluso: “Oggi abbiamo bisogno di pace sociale nelle città e nel nostro mare. Il Mediterraneo, infatti, come ha ricordato papa Francesco, è diventato il «più grande cimitero d’Europa». Non possiamo rimanere indifferenti rispetto al grande flusso migratorio che ormai da tempo caratterizza il Mediterraneo. Dobbiamo perciò soccorrere e aiutare”.
Inoltre, prosegue il cardinale, “dobbiamo anche capovolgere il paradigma e la narrazione delle migrazioni: esse vanno viste non solo come un problema ma come una grande opportunità. Un’occasione per trasformare le nostre città in luoghi di accoglienza e di ospitalità”.
“Oggi, però, un’altra emergenza scuote i nostri cuori. Le notizie drammatiche e le immagini ancor più inquietanti che provengono dall’Ucraina ci raccontano di una tragedia umanitaria a cui non avremmo mai voluto assistere. Il mio pensiero e la mia preghiera vanno verso tutte quelle persone che adesso si trovano nei rifugi sotterranei e a coloro che stanno fuggendo. A tutti coloro che stanno combattendo vorrei usare le parole semplici di un vecchio sacerdote: vi prego, vi scongiuro, fermatevi! In nome di Dio, no alla guerra! Mi permetto di evidenziare un ultimo aspetto: l’importanza della Carta di Firenze. Portatela nelle vostre città, nelle scuole, nelle comunità religiose, nelle parrocchie. Quella carta infatti è la testimonianza che esiste una coscienza mediterranea. Quella carta è un patto sociale, un patto di amicizia sociale. La Carta di Firenze è un raggio di luce nell’ora più buia”.
Il sindaco Dario Nardella, tirando le fila della conferenza, ha ribadito: “”Il Mediterraneo è la nostra casa e in casa non vogliamo la guerra. Cogliamo l’occasione della Carta di Firenze, dichiarazione di pace, per portarla in tutte le scuole e discuterla con i nostri ragazzi”.
Il sindaco ha inoltre rivelato che ieri sera ha nuovamente sentito per telefono il sindaco di Kiev Vitali Klitschko. “E’ stata una telefonata molto commovente – ha spiegato – ma ho voluto trasmettere al sindaco di Kiev il sentimento di questi giorni dell’intero popolo italiano”.
“In questi giorni abbiamo rinnovato quel grande spirito di Giorgio La Pira che guardava alle città come attori della diplomazia, la diplomazia delle città è molto forte e spesso è rivoluzionaria – ha affermato -pensate che il gemellaggio fra Firenze e Kiev è stato voluto da un sindaco cattolico, Piero Bargellini, del partito cattolico italiano, con un sindaco comunista, il sindaco di Kiev”.
“Giorgio La Pira diceva che una preghiera è più forte di una bomba. Io vorrei dire che il dialogo è più forte della guerra, e il dialogo ha bisogno di bellezza. Un grande giornalista assassinato dalla mafia, Peppino Impastato, sosteneva: ‘dobbiamo insegnare la bellezza a tutti perché è un’arma contro la paura e la rassegnazione’. Le nostre città sono piene di bellezza, una bellezza piena di senso, e per questo dobbiamo insegnare la bellezza ai nostri cittadini: la bellezza ci permette di superare la paura”.
“Sono felice – ha concluso Nardella-che oggi parleranno i tre sindaci delle tre città simbolo del mondo e della civiltà: il sindaco di Atene, il sindaco di Istanbul, il sindaco di Gerusalemme. Atene ci ha insegnato la cultura classica, ci ha insegnato che la parola politica deriva da polis, da città, e non è un caso. Istanbul ci ha insegnato che una città può essere un ponte, fisicamente e culturalmente: la porta a oriente e la porta a occidente. E Gerusalemme ci insegna che è possibile una via del dialogo delle tre religioni dalle quali veniamo tutti noi qui. Io sono emozionato e orgoglioso di avere qui per la prima volta – e credo che mai sia successo negli ultimi decenni in nessuna città del mondo – i sindaci di queste tre città che sono il simbolo della nostra civiltà e della nostra storia”.