Firenze – “Firenze risorga più bella, più buona e più unita di prima”. Stamani l’augurio di Paolo VI – pronunciato proprio sul sagrato di Santa Croce la sera di Natale del 1966 davanti a una piazza gremita all’inverosimile – è stato ricordato dalla presidente dell’Opera di Santa Croce, Irene Sanesi, che ha salutato la Comunità dei Francescani e tutti i fiorentini presenti, all’inizio della prima, attesa, celebrazione comunitaria dopo i lunghi giorni del lockdown.
Grande l’emozione e la partecipazione dei presenti – circa 160 persone (il numero massimo consentito) – alla preghiera e alla benedizione straordinaria impartita alla fine della messa sul sagrato da padre Paolo Bocci, rettore della basilica, mostrando la reliquia della Santa spina, conservata dalla Comunità francescana. Padre Bocci ha pregato “per il popolo di Firenze e per ogni uomo oppresso dalla sofferenza”. Ha chiesto poi “misericordia per tutte le famiglie che in questo momento di difficoltà vivono senza lavoro e soffrono la fame, per coloro che hanno investito i risparmi di una vita per aprire un’attività e hanno perduto tutto in questo dramma della pandemia”.
Ha poi ricordato le autorità pubbliche e gli amministratori di Firenze “perché trovino le strade più brevi ed efficaci per aiutare ogni cittadino a ripartire e ritrovare stabilità e benedire Gesù per il proprio lavoro”. La reliquia della Santa spina, scelta per la benedizione, secondo la tradizione è un dono del re Luigi IX di Francia, terziario francescano, che aveva riscattato la Corona di spine di Cristo portandola in Francia intorno al 1239.
Stamani i fedeli si sono disposti, due a due, sulle ottanta panche della navata centrale. Tutti naturalmente indossavano la mascherina, mentre all’ingresso è stata controllata la temperatura corporea.