Una visita che Papa Ratzinger volle mantenere, nonostante il tempo atmosferico avesse scatenato una bufera di fine primavera che mise a dura prova il protocollo di sicurezza papale. Oggi che Benedetto XVI è sul punto di lasciare il ministero della Chiesa di Roma, col suo gesto rivoluzionario di rinuncia, è importante ricordare quell’ultima visita in terra toscana, in cui la religione ha costruito nei secoli non solo testimonianza religiosa, ma anche un immaginario collettivo attraverso la pittura e la scultura.
E San Sepolcro, la città di Piero della Francesca, ha più di una testimonianza storica e artistica in comune con Firenze, dai tempi in cui la città dei Medici era una potenza nazionale e la nobile città del Borgo aveva ancora un rilievo amministrativo politico che oggi, nonostante la relativamente moderna riscoperta del suo figlio più noto, Piero della Francesca, ha un po’ perso.
La potente famiglia de’ Medici scelse di vivere e dimorare per l’eternità nella zona di Firenze costruita a loro immagine: il quartiere di San Lorenzo. Qui, oggi, il mercato popolare e le bancarelle di artigianato turistico creano un luogo vitale e multietnico. E qui ci sono le famose Cappelle Medicee dove sono sepolti i maggiorenti della famiglia, da Lorenzo il Magnifico a Cosimo I.
Lo stemma civico di Borgo Sansepolcro trova spazio proprio nella maestosa Cappella di Principi, un ottagono del diametro di 28 metri e mezzo rivestito di marmi scuri, pietre dure, gemme e bronzi dorati. La Cappella fu progettata nel 1604 dall’architetto Nigetti su decretazione del Granduca Ferdinando I, che prevedeva qui la propria tumulazione e quella degli antenati e dei successori, e ospita i sedici stemmi delle città del Granducato di Toscana. Entrando, la seconda insegna marmorea sulla sinistra porta la sigla Civitas Bur. S. Sep. Su sfondo bianco c’è lo stemma ovale bianco e nero, al cui interno è raffigurato un sepolcro azzurro.
Altro piccolo punto di contatto tra le due città è il tempietto in pietra arenaria del Santo Sepolcro, riproduzione in scala di quello di Gerusalemme. Fu costruito alla fine del ‘500 e si trova nell’Oratorio della Compagnia del Crocifisso, al piano sottostante della chiesa di San Rocco di Sansepolcro, dietro una bella sala che ospita dodici lunette affrescate raffiguranti la Passione di Cristo. Il tempietto è evidentemente ispirato a quello splendido gioiello rivestito di marmi intarsiati che Leon Battista Alberti realizzò nella seconda metà del ‘400 nella fiorentina chiesa di San Pancrazio come monumento funebre per la sepoltura di Giovanni Rucellai.
Maria Gloria Roselli