Firenze – A Cgil Toscana, Spi Cgil Toscana e Fp Cgil Toscana è andata di traverso la proposta di “allegare il conto alla lettera di dimissioni” dichiarazione dell’assessore regionale alla Sanità Stefania Saccardi riportata da “Il Tirreno”.
L’intervento del sindacato è affidato ad una nota: “Sarebbe sicuramente più opportuno che la Regione Toscana, anziché preoccuparsi di come presentare il conto ai pazienti all’atto delle dimissioni ospedaliere, si occupasse di far decollare i servizi territoriali, previsti dal Piano Socio Sanitario Integrato Regionale, oltre che da specifiche delibere, e non ancora realizzati”.
Ed ancora “Servizi di primaria importanza, come la ‘sanità d’iniziativa’ che prevenendo la cronicità potrebbe far diminuire il ricorso alla ospedalizzazione; delle Case della Salute, che tra le altre cose potrebbero intercettare molti bisogni dei cittadini limitando il ricorso al Pronto Soccorso; dei posti letto di cure intermedie che per la loro caratteristica e il minor livello assistenziale potrebbero garantire la continuità assistenziale a costi inferiori rispetto alla normale ospedalizzazione; del ruolo fondamentale del medico di medicina generale, in quanto prescrittore, nell’individuazione di percorsi certi ed appropriati, ma soprattutto nella difesa primaria della salute dei cittadini, anche utilizzando ed attivando gli strumenti già previsti dal sistema. Per arrivare al miglioramento dei servizi di odontoiatria e all’abbattimento delle liste di attesa, serio problema per chi è costretto a rivolgersi al SSR e che rischia, per i tempi troppo lunghi, di ricorrere al privato, assumendosi i costi di questa scelta” .
“Quando tutto questo sarà concretamente funzionante in tutto il territorio si potrà procedere, perché no, all’informazione sui costi sostenuti, ma riterremmo opportuno lo si facesse attraverso l’ufficializzazione di un tariffario generale che sia a conoscenza di tutti i cittadini toscani e non attraverso l’individualizzazione di un conto che potrebbe costituire un passaggio pericoloso per altre future scelte.
Vogliamo guardare alla difesa di un sistema che tutti hanno giudicato buono e non farci irretire dalle sirene delle assicurazioni e del ‘chi più paga meglio sta’ perché vogliamo difendere anche e soprattutto chi ha meno e perché siamo convinti che non si risana il Paese sulla pelle dei lavoratori e dei pensionati.
Noi vogliamo difendere il sistema universalistico (accesso gratuito per tutti alla sanità), ma è proprio in considerazione del costante attacco a questa caratteristica del sistema che ricordiamo che l’universalità è un concetto culturale da cui discendono scelte conseguenti e riteniamo che ‘presentare il conto’ costituisca un atto offensivo verso i cittadini perché tende a scaricare su di loro responsabilità che invece andrebbero ricercate nelle sacche di inefficienza del sistema” conclude la nota.