Firenze – Carenza di infermieri e incongruenze nell’applicazione delle norme che prevede l’ambulanza infermieristica. Sono questi i principali temi che sono emersi durante l’audizione dei rappresentanti degli Ordini delle professioni infermieristiche (Opi) della Toscana, che sono stati ascoltati dalla commissione Sanità, presieduta da Stefano Scaramelli (Pd).
Il coordinatore Opi Toscana Giovanni Grasso e il presidente dell’Ordine di Firenze e Pistoia Daniele Massai, intervenendo a nome di tutti, hanno delineato una situazione molto complessa.
In Toscana gli infermieri sono pochi, e la situazione è destinata ad aggravarsi nei prossimi anni. Si prevede, hanno spiegato, che circa 1300 infermieri andranno in pensione di qui a poco, grazie anche alle nuove disposizioni in materia pensionistica: questo porterà a 4000 il numero dei professionisti che mancano in Toscana. Questo causerà disagi e rischi non solo per che rimane a lavoro ma anche e soprattutto per i cittadini toscani: numerose ricerche hanno evidenziato che quando si scende dai parametri ideali di numero di presenza di infermieri per paziente, il rischio di mortalità per mancanza o inadeguatezza di cure cresce in maniera esponenziale.
Un altro problema è rappresentato dalla cosiddetta “ambulanza infermieristica”, che è stata prevista da una serie di normative nazionali, poi riprese dalla Regione, che prevedono che possa essere inviata in alcuni casi un’ambulanza con un infermiere qualificato a bordo (senza dunque il medico) che può comunque garantire interventi fondamentali di soccorso avanzato, come il sostegno alle funzioni vitali e altre manovre.
Ma, denunciano gli Ordini professionali degli infermieri, il servizio di questo tipo di ambulanza è applicato a macchia di leopardo nelle varie province. Per questo i rappresentanti degli infermieri hanno chiesto alla commissione Sanità di effettuare un monitoraggio e un controllo sulle varie aziende, in modo da ristabilire un quadro legittimo e uniforme.