La sanità dell’Emilia-Romagna sta per assistere a 500 nuove assunzioni a tempo indeterminato e 402 stabilizzazioni – entro dicembre 2016 – oltre alla proroga dei contratti dei 149 professionisti assunti per ridurre le liste d’attesa. A ciò si aggiungerà un Fondo integrativo aperto extra Lea (Livelli essenziali di assistenza) che copra prestazioni a partire da quelle odontoiatriche rivolte alla fascia d’età 5-25 anni.
Sono alcuni dei punti dell’accordo sulle politiche regionali di qualificazione e innovazione del Sistema sanitario siglato in Regione dal presidente Stefano Bonaccini, dall’assessore alle Politiche per la Salute Sergio Venturi e dalle segreterie regionali e della Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil Emilia-Romagna.
Per quanto riguarda l’occupazione, i firmatari hanno condiviso la necessità di garantire la copertura del turn over sul settore sanitario pari al 90% del personale che cesserà di lavorare, a vario titolo. La stabilizzazione di 402 unità comprenderà personale dei settori tecnico ed amministrativo, mentre le 500 assunzioni riguarderanno principalmente l’area del comparto, con l’obiettivo di garantire i livelli di adeguatezza ed efficienza del sistema.
Un altro punto dell’accordo riguarda la valorizzazione professionale di chi lavora nel comparto Sanità, al fine di garantire un maggiore impulso ai processi di innovazione a partire dai percorsi di integrazione sovra aziendale. Tutto questo puntando le risorse sulla promozione di progetti specifici, programmi o piani di lavoro per il miglioramento dei servizi rivolti all’utenza. L’obiettivo dichiarato della Regione e dei sindacati è raggiungere una sempre maggiore corrispondenza tra le prestazioni rese e le esigenze del cittadino. In quest’ottica, le parti hanno condiviso la necessità di definire un Fondo che permetta la realizzazione degli obiettivi di valorizzazione del sistema, preceduto da un confronto da realizzarsi entro novembre 2016.
Regione e sindacati hanno convenuto inoltre sull’elaborazione di un atto d’indirizzo per l’impiego delle risorse che derivano dalle economie di gestione generate dalle riorganizzazioni. Qui saranno inseriti alcuni punti, come l’utilizzo del valore percentuale massimo consentito dalla norma in tema di quota destinata alla contrattazione (50%), la costituzione di un osservatorio bilaterale regionale che possa valutare l’andamento e l’implementazione dei progetti aziendali sviluppati, l’impiego del 25% del fondo per i corsi universitari per le professioni sanitarie. Queste ultime risorse, nello specifico, verranno erogate alle Aziende sedi di formazione per le lauree di primo livello di area non medica, in modo da qualificare il sistema della formazione universitaria e della partecipazione del personale del servizio sanitario.
I firmatari hanno anche condiviso, così come definito nel Patto per il lavoro del luglio 2015, di costituire in via sperimentale un Fondo di sanità integrativo aperto extra Lea a partire dalle prestazioni odontoiatriche rivolte alla fascia d’età 5-25 anni. Tale fondo dovrà essere alimentato da risorse proprie regionali, dalla contrattazione nazionale e da risorse aggiuntive derivanti dall’adesione di cittadini non lavoratori. Le parti confermano che la costituzione del Fondo dovrà avvenire entro marzo 2017.
PAZIENTI DA ALTRE REGIONI
Sono molto fiducioso che la vicenda relativa all’afflusso di pazienti da altre regioni, in particolare verso le strutture sanitarie private dell’Emilia-Romagna, possa concludersi positivamente. Il nostro obiettivo è portare come elemento di riferimento per il calcolo delle risorse non il 2011, come prevede oggi la Legge di stabilità, ma il 2015.
Lo ha detto l’assessore regionale alle Politiche per la Salute, Sergio Venturi, sollecitato a commentare le dichiarazioni dei rappresentanti della sanità privata (Aiop), secondo i quali una direttiva della Regione bloccherebbe la mobilità sanitaria verso l’Emilia-Romagna.
E’ sbagliato parlare di blocco – spiega Venturi – noi abbiamo semplicemente letto le norme della legge di Stabilità che prevede un tetto ai rimborsi per le prestazioni sanitarie in favore di cittadini di altre regioni. Era nostro dovere segnalarlo e lo abbiamo fatto. Ma concordo con chi sostiene che tenere a riferimento il dato del 2011 per definire i tetti sul 2016 e 2017 sia sbagliato. Vogliamo che il raffronto sia sul 2015. L’impegno – conclude l’assessore – è definire una soluzione avanzata che venga poi recepita dalla Legge di Stabilità. Spero che Aiop sia con noi, sui tavoli di confronto nazionali, per raggiungere questo risultato.