Sanità e socio-sanitario: due proposte di modifica

Due atti regionali di riforma del Sistema sanitario toscano (Sst) strettamente collegati tra loro, che formano un disegno complessivo, che rivedono soprattutto la politica di integrazione socio-sanitaria, baluardo della Toscana che per prima l'ha messa a punto, che nascono dall'esigenza di correggere la normativa attuale.  Si tratta di due proposte di legge che riorganizzano e ridisegnano gli Enti del servizio sanitario regionale della Toscana, e che fissano nuovi riferimenti salvaguardando il principio dell'integrazione socio-sanitaria e il ruolo degli enti locali. In particolare prevedono che i Comuni gestiscano il settore socio-assistenziale di competenza degli enti locali in forma associata a livello di zona-distretto, a prescindere dalle dimensioni.  Tutto quello che sta fuori dalle convenzioni dei Comuni torna di competenza delle Asl. Riguardo al socio-sanitario si ricorre alla forma della convenzione fino alla definizione delle cure primarie, recuperando nelle convenzioni il rapporto instaurato con il volontariato e le associazioni del terzo settore.

Parliamo della  pdl 312, di modifica alla legge n. 41/2005 ''Sistema integrato di interventi e servizi per la tutela dei diritti di cittadinanza sociale'' e la pdl 313, di modifica alla legge n. 40/2005 ''Disciplina del servizio sanitario regionale'', di iniziativa consiliare e che nelle prossime settimane saranno oggetto di audizioni e dell'esame da parte della Commissione Sanità. Entrambe le proposte vedono come primo firmatario Simone Naldoni (Pd) e sono sottoscritte da numerosi altri consiglieri regionali. Naldoni ieri ha illustrato gli atti in commissione Sanità, presieduta da Marco Remaschi (Pd):  ''Dobbiamo rivedere il nostro sistema di intervento sociale e sanitario, soprattutto per quanto riguarda l'integrazione sociosanitaria – ha detto Naldoni  – tenendo presente le difficoltà di un quadro istituzionale in movimento e l'incertezza normativa a livello nazionale''.

 "E' previsto – ha aggiunto Naldoni – , che possa rimanere la forma consortile nel momento del passaggio, fino a quando non sarà ben fissata la normativa nazionale. La governance viene rafforzata su tre livelli: aziendale, di area vasta e regionale. A livello regionale dovrebbe essere attivata la Conferenza di programmazione sociosanitaria, con il compito di fissare grandi strategie, fornire obiettivi omogenei e monitorarli".

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