Firenze – San Valentino amaro per i ristoratori toscani, che si sono visti precipitare in arancione a poche ore dall’inizio della festa degli innamorati, a prenotazioni ormai quasi esaurite. Ragione in più per annunciare il loro ritorno a Roma, dove, il 22 febbraio, manifesteranno davanti al Parlamento. Il gruppo che rappresenta 40mila imprese in Italia manifesterà davanti al Parlamento per chiedere al premier Mario Draghi indennizzi per i mancati incassi dall’inizio dell’emergenza e il superamento del sistema semaforico che sta uccidendo l’economia italiana.
Le perdite che Pasquale Naccari, portavoce Tutele Nazionale Imprese e Ristoratori Toscana, quantifica nella sola zona gialla sarebbero pari a circa il 70% in meno degli incassi. L’entrata in zona arancione è vissuta come l’ennesima beffa. “Il Governo deve metterci nelle condizioni di poter lavorare. I nostri locali sono luoghi sicuri e se sono aperti a pranzo possono esserlo anche a cena. Se qualcuno pensa il contrario ci porti le prove scientifiche. Vogliamo dati oggettivi, non chiacchiere”.
L’intenzione dei ristoratori è quella di rimanere a Roma ad oltranza. “Non vogliamo stare a guardare che le nostre imprese, fiore all’occhiello dell’Italia, muoiano – dice Naccari -. Andiamo a Roma per riprenderci il rispetto che ci spetta e difendere il nostro lavoro e quello dei nostri dipendenti. I ristori non stanno arrivando o nel migliore dei casi sono briciole. Le scadenze, come quella dell’Inps, sono alle porte. È necessario quindi aprire immediatamente i nostri ristoranti e risarcirci delle perdite avute fino a questo momento”
Intanto dalla Regione fanno sapere che stanno partendo i bonifici per i bar, ristoranti e imprese del divertimento che avevano partecipato al bando di aiuti regionali, pubblicato a gennaio e destinato a chi nei primi undici mesi del 2020, a causa del lockdown e delle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, aveva patito perdite sui fatturati per almeno il 40 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. Ogni impresa poteva contare su un indennizzo di 2500 euro: di meno nel caso la società abbia iniziato ad operare dopo gennaio, proporzionalmente ai mesi di attività.
Le domande ammesse e subito messe in pagamento sono 3.068, per oltre 7 milioni e 141 mila euro di contributi complessivi. Il mandato per l’accredito è stato inviato in banca nei giorni scorsi da Sviluppo Toscana, l’azienda a partecipazione regionale incaricata dei pagamenti, mentre altri dovranno attendere. Ci sono infatti 1.398 richieste sospese, in attesa del rilascio del documento (il Durc) che attesti la regolarità nel pagamento dei contributi previdenziali. Valgono complessivamente 3 milioni e 285 mila euro di aiuti. Ci sono infine le domande non accolte: 466, respinte per mancanza dei requisiti necessari.
La Regione aveva messo a disposizione per il bando di aiuto al mondo delle ristorazione e del divertimento, ovvero discoteche e locali notturni, oltre 19 milioni e 543 mila euro. Alla fine avanzeranno dunque 9 milioni e 117 mila euro, se tutte le domande sospese in attesa del Durc potranno essere ammesse e finanziate.
“Questo intervento si è configurato alla fine come un vero e proprio intervento solidale – commenta l’assessore al commercio e al turismo della Toscana, Leonardo Marras – Molte strutture, le più grandi, hanno deciso di non partecipare proprio per aiutare i piccoli imprenditori in maggiore difficoltà”. “Abbiamo già aperto un confronto con le associazioni di impresa regionali – aggiunge – per offrire prima possibile un ulteriore aiuto. La nostra intenzione è di utilizzare le risorse avanzate per interventi di ristoro destinati sempre al mondo della ristorazione e, più in generale, alla filiera del turismo, magari a chi non ha potuto partecipare al bando pubblicato ma che comunque ha patito ugualmente pesanti danni durante i mesi prima del lockdown e poi per la restrizioni imposte per contenere il rischio di contagi da coronavirus”.