Stamane è partito il primo di una serie di flash mob che gli ambulanti di San Lorenzo organizzeranno per tenere alta l'attenzione sulla loro causa. Sono partiti dalla piazza dove in molti hanno lavorato per una vita e che due mesi fa hanno dovuto lasciare. In terra resistono ancora le linee sbiadite dei vecchi posti numerati: stamattina gli ambulanti hanno portato scatole di cartone e le hanno posizionate dove una volta c'erano i banchi. "I' mi babbo mi aveva dato un futuro e adesso mi è stato tolto", è la scritta che campeggia su una scatola. Oppure: "Lavoro uguale dignità", o ancora "100% artigianato fiorentino; chiediamo solo di lavorare."
"Il commerciante è un camaleonte", osserva Mauro, portavoce degli ambulanti: è capace di adattarsi, quindi, ma ha bisogno di mantenere la propria famiglia. "Vorremmo essere partecipi alla costruzione di un progetto alternativo per trovare una soluzione comune. La priorità è lavorare e ed evitare di essere spezzettati in giro per Firenze. Questa è sempre stata un'area mercatale dalla fine del settecento in poi", continua Mauro, "per questo la prospettiva (bocciata dalla Sovrintendenza la settimana scorsa, ndr) di uno spostamento agli Archibusieri aveva destato qualche dubbio: gli Archibusieri sono un po' il salotto buono di Firenze." Gli ambulanti preferirebbero restare in zona e, se possibile, uniti: ma in modo da guadagnare quanto basta a coprire le spese tra cui quelle per il suolo pubblico (6500 euro annui). "In Piazza del Mercato siamo come ghettizzati", afferma Liliana, con quarant'anni di lavoro alle spalle.
Dopo la presa di distanza dei sindacati nei confronti dell'incontro burrascoso con Nardella e la lettera di scuse letta in consiglio comunale, sembra che le parti si siano riconciliate e la discussione abbia riacquistato toni d'intesa. Il vicesindaco dialogherà con le associazioni di categoria per la soluzione di una vicenda il cui epilogo pare sempre più lontano. E, nel frattempo, le iniziative non si fermeranno