San Lorenzo alla vigilia dello sgombero, venti di guerra

Gli ambulanti di San Lorenzo non hanno negli occhi la rassegnazione delle battaglie perse. Passeggiano accanto al banco e lavorano e salutano come in una giornata qualunque. Qualcuno parla animatamente facendo il nome del sindaco, dello Stato che non c'è, dei consiglieri da cui non sono arrivate risposte. Qualcun altro parla con altri compagni di come non andrà a dormire, stasera, a casa, ma resterà nel sacco a pleo della sua bancarella, che non verrà chiusa. Una ragazza agita un enorme foglio che contiene la planimetria delle assegnazioni provvisorie dei posti: "Hanno deciso tutto davanti a un computer", esclama. Gli 84 banchi nella zona della Basilica saranno disposti, secondo un ordine casuale, in Via Panicale e nella piazza quadrata dietro il mercato centrale; soprattutto chi si trova in quest'ultima sarà in una posizione sfavorevole, rivolto verso il traffico della strada e vicino all'isola ecologica. “Pensa che divertimento, d'estate”, s'infervora qualcuno.
Successivamente sarà stilata una graduatoria in base all'anzianità della licenza per riassegnare i posti, ma "per come vanno le cose in Italia, chissà quanto tempo ci vorrà".

Le voci sono tante, in questo scorcio di vigilia dello sgombero (il Comune è stato irremovibile: domani s'è fissato, domani si farà), fra cui anche quella che sussurra che il vero motivo dello sfratto sia il programma di costruire un centro commerciale di grandi firme davanti alla Basilica, portando via a Firenze un altro pezzo di tradizione.
Gli ambulanti le hanno provate tutte: insieme a un architetto, pagato di tasca propria, hanno lavorato a un progetto "bellissimo" che prevedeva la permanenza dei banchi con lo spazio necessario per il passaggio del bussino: i banchi sarebbero stati più piccoli e avrebbero ripreso l'architettura dei palazzi circostanti, con al centro un grande giglio di Firenze. Ma i consiglieri comunali non se ne sono interessati. "Non si rendono conto che oltre a noi c'è tutto un indotto che entrerà in crisi", osserva un altro ambulante: "i nostri fornitori, i bar dove andiamo a mangiare".

Il vero problema è il bussino elettrico che dovrà passare dove ora ci sono i banchi. E proprio per non aver lasciato spazio (questa la motivazione ufficiale) a quel bussino è stato bocciato il progetto degli ambulanti. Ma è un'intera comunità che si sente colpita.
La signora Liliana fa di tutto per non commuoversi dietro i suoi occhiali rettangolari: il banco era di sua nonna e lei in questo pezzo di strada ci ha passato una vita. "Cosa facciamo noi a sessant'anni? Siamo troppo giovani per andare in pensione, e troppo vecchi per trovare un altro lavoro."
Ma qualcuno dice che la partita non è ancora finita: domani, durante lo sgombero, qualcosa potrebbe ancora succedere.

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