Firenze – L’Abbazia di San Giusto, la chiesa sperduta tra i boschi del Montalbano pratese, nel comune di Carmignano, verrà salvata. Sono in arrivo infatti 500mila euro dal Ministero, mentre altri 20mila proverranno da FAI nazionale e da Intesa San Paolo, dopo le firme raccolte con i “Luoghi del Cuore” del 2016: 9887 voti e trentesimo posto in Italia. Anche in questo caso, in modo simile seppure non eguale al caso del Castello di Sammezzano, i soldi sono vincolati alla questione della proprietà della struttura. In questo caso, anche a quella della presa in carico da parte dello Stato.
Al recupero di San Giusto contribuirà anche l’associazione omonima, che è nata a Carmignano nel 2016 per accendere un riflettore sullo stato di abbandono in cui versava l’abbazia e raccogliere fondi. “Gli amici di San Giusto” contribuiranno infatti con almeno 15 mila euro. Altri cinquemila li aggiungerà l’amministrazione comunale di Carmignano.
L’annuncio è stato dato oggi nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, sede della presidenza della Regione Toscana. Hanno partecipato anche l’assessore regionale al turismo Stefano Ciuoffo e la consigliera e vice presidente della commissione cultura in Consiglio regionale Ilaria Bugetti. E proprio dalla Regione arriva il plauso per l’operazione: un modello da valorizzare e un luogo da riscoprire.
“Il recupero di un bene che appartiene alla storia, alla cultura e al vissuto di un territorio e di una comunità è sempre un’ottima azione – commenta l’assessore Ciuoffo – . In questo caso il recupero si può ben coniugare alla valorizzazione turistica (ed economica) dell’altra Toscana, quella spesso definita minore ma che minore poi non è, e la cui promozione è tra le politiche su cui più sta lavorando questa giunta. San Giusto e quella parte di Montalbano può essere uno dei luoghi da riscoprire”.
Sulla stessa lunghezza d’onda la consigliera Bugetti, che ne approfitta anche per ricordare l’opportunità offerta dalla legge toscana sull’art bonus e il mecenatismo, con detrazioni fino al 40 per cento che si possono sommare a quelle statali ed arrivare quindi ad oltre l’80 per cento.. “La Toscana – commenta – è una regione zeppa di patrimonio culturale, artistico e architettonico, sparso un po’ ovunque sulle colline, in luoghi magari meno conosciuti rispetto ai percorsi turistici classici. Riuscire a conservare e dare importanza a tutti questi luoghi è difficile ma necessario. E quando, come nel caso dell’abbazia di San Giusto, ci sono associazioni che nascono perché hanno cuore un luogo così importante credo che sia un valore aggiunto enorme anche per la buona riuscita dei recuperi. Caparbietà e impegno d i tutti meritano che la Regione ne faccia un vanto, inserendo l’abbazia nei percorsi dei luoghi da visitare”.
A fare il punto sullo stato di salute dell’edificio e ricostruire le singole tappe è la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato. “A seguito degli eventi atmosferici che avevano danneggiato la copertura dell’abbazia nei primi mesi del 2017, già era stato predisposto un primo intervento di somma urgenza di 50 mila euro per le prime riparazioni del tetto” ricorda il soprintendente Andrea Pessina. L’intervento è attualmente in corso e permetterà di risolvere a breve le prime urgenze.
“Nel corso del sopralluogo all’indomani dell’evento, eseguito assieme al sindaco di Carmignano e ai rappresentanti dell’associazione “Amici di San Giusto” – aggiunge – erano però emerse numerose altre criticità di cui da tempo soffre questo bellissimo monumento”. Si tratta del distacco del paramento murario esterno sinistro a causa delle infiltrazioni d’acqua, il cattivo stato di conservazione degli elementi lignei di copertura, la diffusa presenza di piante infestanti su tutte le strutture murarie, la necessità di interventi sulle murature esterne ed interne, nonché lo stato di pessima conservazione della cripta e la mancanza del tetto della torre campanaria.
“Da qui – conclude – è partita la predisposizione in tempi rapidissimi da parte degli uffici del Mibact di un progetto d’intervento che ha consentito di ottenere finanziamenti per mezzo milione di euro”. Una somma che consentirà di risolvere tutte le attuali criticità dell’edificio di cui il ministero, nel 1985, ha riconosciuto il valore culturale. Il decreto con lo stanziamento del contribuito è stato firmato il 25 settembre. I lavori di restauro, divisi in due lotti, saranno realizzati nel corso del 2018 e saranno diretti dall’architetto Gabriele Nannetti della Soprintendenza. “I lavori del primo – spiega – saranno affidati entro gennaio e quelli del secondo per marzo od aprile”.