Firenze – “Con il provvedimento Salva ambulanti ci troviamo di fronte ad un vero e proprio ‘nonsense’, che non solo getta ancora di più nel caos il settore del commercio su aree pubbliche, ma lo degrada in modo inaccettabile; privandolo della dignità imprenditoriale e trasformandolo in un’attività marginale, che esiste solo per garantire i livelli di occupazione”, questo il parere di Maurizio Innocenti Presidente Nazionale e Regionale di Anva Confesercenti; giudizio che non cambia a distanza di qualche giorno dall’approvazione dei contenuti dell’Emendamento sul commercio ambulante approvato in seno alla Legge di Stabilità.
Il provvedimento, ora esecutivo, sposta i termini di rinnovo di scadenza delle concessioni su area pubblica al 2020; ma soprattutto rinvia, di fatto, i termini delle concessioni ancora non rinnovate, lasciando nella più totale ed immotivata incertezza tutti quegli operatori che – rientrando nella normativa – hanno già terminato la procedura.
Ciò, come intuibile, comporterà ulteriori ed assurde conseguenze: oltre al disallineamento temporale fra concessioni già assegnate e quelle da assegnare, i due gruppi avranno anche criteri di selezione ben diversi tra loro.
Infatti, chi ha già partecipato ai Bandi emessi dalle Regioni più virtuose e che hanno completato le procedure nei termini inizialmente stabiliti, vedrà applicarsi i criteri previsti dall’Intesa del 2012. Al contrario, le concessioni da assegnare verranno valutate con altri parametri che niente hanno a che fare con la moderna attività imprenditoriale.
“Ci troviamo davanti ad una differenza inaccettabile, una vera e propria assurdità politica che si somma ad una giuridica: il provvedimento, infatti, – continua Innocenti – limita la libertà di impresa e relega il settore ad una sorta di anacronistica funzione di valvola di sfogo del disagio sociale”.
“Alle imprese del settore, senza che se ne comprenda il reale bisogno, viene praticamente fatto fare un balzo indietro di oltre 30 anni. – conclude il Presidente di Anva Confesercenti – Con l’approvazione del provvedimento viene limitata la libertà di impresa, posto a contingente il numero delle concessioni, sottoposto alla verifica del reddito il titolare delle stesse concessioni. Una legge che, però, deve essere cancellata per ridare dignità di Impresa e di Imprenditori agli oltre 90.000 operatori su area pubblica nel nostro Paese.”