Salute e medicina di genere, più forza al sistema “a rete”

Firenze – Puntare sul modello “a rete”, per una medicina sempre più attenta e pronta alle differenze di genere. L’oggetto della delibera presentata dall’assessora regionale alla salute Stefania Saccardi, approvata dalla giunta lunedì scorso, ha lo scopo di implementare anche in un settore così delicato come la medicina di genere, quel sistema che ha già dato prova di alta efficacia nell’ambito generale della prevenzione e dell’attenzione verso il pianeta salute.  “Braccio” di questa concezione sanitaria, il Sistema toscano per la salute e la medicina di genere, di cui fanno parte il Centro di coordinamento regionale e la rete territoriale, che punta al riassetto del Centro di coordinamento regionale per la salute e la medicina di genere.

Facendo un passo indietro, la finalità degli studi in materia di medicina di genere è quella di impostare percorsi preventivi, diagnostici, terapeutici e assistenziali specifici per ciascuno dei due sessi, affrontando in un’ottica di genere tutte quelle malattie comuni a uomini e donne – come le malattie cardiovascolari, neurodegenerative, autoimmuni, respiratorie, e i tumori – che presentano importanti differenze fra i due sessi, sia nell’incidenza che nella sintomatologia, prognosi e risposta ai trattamenti.

“Nel 2014 la Regione Toscana ha istituito il Centro di coordinamento regionale per la salute e la medicina di genere – ricorda l’assessore Stefania Saccardi – Ora proseguiamo su questa strada, sia per promuovere l’attività scientifica e di ricerca in un’ottica di genere, sia per sviluppare percorsi di cura definiti e orientati al genere, formando e informando il personale sanitario”.

La medicina di genere investe molti settori. Per esempio, la farmacologia: studi internazionali hanno evidenziato differenze di efficacia, sicurezza, risposta al trattamento dei farmaci in funzione del genere; e una maggior attenzione alle terapie farmacologiche in linea con le indicazioni della medicina di genere riduce le reazioni avverse, comportando oltretutto un notevole risparmio. Un altro ambito nel quale è evidente la necessità di sviluppare un approccio adeguato alle differenze di genere è la medicina del lavoro: le malattie professionali, i livelli di fatica fisica e mentale, lo stress, la valutazione dei rischi, richiedono un’ottica di genere.

Questi gli obiettivi principali del sistema istituito con la delibera:

Promozione di percorsi di presa in carico della persona che tengano conto della differenza di genere, al fine di una maggiore appropriatezza e personalizzazione della terapia; definizione di percorsi di sensibilizzazione e formazione degli operatori sanitari verso il determinante genere, al fine di garantire equità di approccio diagnostico, valutativo e terapeutico; diffusione delle politiche sulla Salute di genere, al fine di ridurre le disuguaglianze e garantire il rispetto dei diritti umani delle donne e delle bambine; sviluppo della ricerca sui fattori di rischio e sulla prevenzione primaria e secondaria delle malattie; promozione della prevenzione e della diagnosi precoce delle patologie attraverso la diffusione dei programmi di screening; sviluppo di soluzioni innovative di accesso ai servizi, sistematizzando e diffondendo le esperienze già intraprese sul territori o. Il Centro sarà il necessario strumento di raccordo e integrazione di tutte le azioni e le iniziative attuate dalle aziende sanitarie e da tutti gli altri soggetti coinvolti, per sviluppare una rete multidisciplinare e multiprofessionale integrata, sia per il percorso diagnostico che per quello terapeutico.

In ogni azienda sanitaria e ospedaliero-universitaria e in ogni ente del Servizio sanitario regionale (Ispro, l’Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica, e Fondazione Toscana Gabriele Monasterio) verranno istituiti i Centri di coordinamento aziendale per la salute e la medicina di genere (SMG), e Centri di ccordinamento verranno istituiti anche a livello regionale.

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