Firenze – Firenze, Montagnola. Due notti fa, sul vialetto che gira intorno alla “Montagnola” (vale a dire, il dosso su cui è costruita la scuola elementare di via Giovanni da Montorsoli, fra via Baccio Bandinelli e via Sansovino) è cresciuta una singolare installazione: “il salotto buono della Montagnola”, come lo ribattezzano subito, ironici, i genitori che accompagnando i bambini a scuola si vedono la strada sbarrata da un divano posto di fronte a una panchina, e due strutture in ferro con funzione (probabile) una da poggiapiedi, l’altra da mensolina portaroba.
Qualcuno grida al degrado, qualcun altro si arrabbia. Ma alla fine, a vincere è la riflessione sul segnale che consegna alla comunità il cittadino o più probabilmente i cittadini che hanno compiuto questo gesto. “Un segnale forse inconsapevole – commenta Stefania, madre di una bimba che frequenta la scuola, residente “storica” del quartiere – ma che fa riflettere. Il vero problema, al di là dell’aria da discarica che assume il giardino con il divano e gli annessi installati in mezzo al vialetto su cui passano i bambini, è che non esistono in quest’area spazi outdoor decenti. Una questione che abbiamo sollevato diverse volte, ma che non ha avuto risposte”. Una questione inoltre che è stata presentata anche in consiglio comunale, a Palazzo Vecchio, nella seduta scorsa in cui si votava il bilancio. Infatti, il consigliere comunale Tommaso Grassi (Firenze riparte a sinistra) aveva proposto la realizzazione di un piccolo investimento per ripulire e risistemare la Montagnola. Proposta che non è stata accolta.
Di fatto questa che è un’area fra le più belle di Firenze soprattutto per quanto riguarda i suoi primi utenti, vale a dire i bambini, offre ben poco che permetta un piacevole soggiorno dopo la scuola, quando la voglia è, soprattutto per i bambini, quella di correre fra i prati e gli alberi, per i genitori di raccogliersi a crocchio scambiando impressioni e discorsi. Insomma, la Montagnola vorrebbe solo continuare a svolgere in modo adeguato la sua funzione, che è innanzitutto quella di essere punto di aggregazione e scambio.
E, dicono i residenti, se le istituzioni sono sorde a queste esigenze, qualcun altro se ne occupa. Magari in forme discutibili, ma che nascono da istanze profondamente sentite.
“In realtà, c’è ben poco – conclude Stefania – qualche panchina vicina ai giochi”. Cosa servirebbe, lo dice un’altra mamma, che trattiene il figlio che vorrebbe “saltare” sul divano del salotto improvvisato: “Prima cosa, una manutenzione accurata del verde. Che è subito un ottimo biglietto da visita. Riaggiustare le panchine, mettere qualche piccolo tavolo, magari di legno”. Più illuminazione, anche, e maggior controllo per le auto. E il campetto da basket? Anche quello avrebbe bisogno di una buona manutenzione, magari pensando anche ad altre strutture “leggere” per gli sport all’aperto.