Saldi al via, ma nei punti vendita aspettative basse e voglia di cambiare

Firenze – Si parte a giorni, fra tre esattamente: il 5 gennaio prossimo, giovedì, in Toscana si apriranno ufficialmente i saldi invernali. Sono oltre 7.200 le imprese di abbigliamento e calzature interessate, per un totale di 11.399 punti vendita. Da  una stima di Confcommercio regionale, emerge che una famiglia su due in Toscana è pronta a fare acquisti a prezzi scontati durante i saldi invernali.  Secondo le analisi messe in campo, il budget di spesa non dovrebbe discostarsi troppo da quello dello scorso inverno: 285 euro a famiglia, ovvero circa 125 euro a persona. Di fatto, insomma, i commercianti si aspettano poco dai Saldi 2017. “I consumi sono andati avanti col freno tirato anche quest’anno – ricorda la presidente di Federmoda Confcommercio toscana Federica Grassini – non ci aspettiamo grosse sorprese. I fuochi d’artificio non si sono visti neppure a Natale”. ancora peggio si si ricorre alla memoria storica, come fa il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni, che osserva: “Il commercio della moda in Toscana ha un saldo negativo di 72 imprese negli ultimi tre anni, dal 2012 al 2015, e andranno aggiunte altre perdite anche per il 2016”.

Il malumore che si avverte fra i commercianti arriva anche a mettere in discussione lo stesso, tradizionale appuntamento dei saldi, o perlomeno lancia la necessità di cambiare modalità. A farsene portavoce, fra gli altri, è Nico Gronchi, presidente Confesercenti Firenze, che rende pubblica una posizione molto critica nei confronti dei “Saldi”.  Ciò che il presidente lamenta riguarda, fra le altre cose,  la vicinanza fra l’inizio delle vendite di fine stagione e un periodo così lungo (60 giorni) di durata delle promozioni. Un punto su cui, informa Gronchi, “già nei prossimi giorni prenderemo carta e penna per scrivere al Presidente della Regione Toscana affinché si attivi nella Conferenza Stato-Regioni per chiedere una modifica normativa molto semplice: inizio saldi al 30 Gennaio e durata limitata a 30 giorni!”.

 “Si può discutere – continua il presidente di Confesercenti Firenze – su natura e modalità delle vendite promozionali, di chi deve effettuare i controlli, di maggiore trasparenza nei rapporti con l’utente finale, ma, di fatto, senza l’introduzione di questa semplice norma sarà molto difficile far ripartire le nostre piccole imprese”.

Del resto, cambiamenti climatici che hanno prodotto autunni molto caldi e saldi ravvicinati al Natale hanno finito per incidere sullo shopping natalizio.  “Una volta, durante il periodo di Natale si realizzavano fatturati importanti, anche con la vendita dei capi più pesanti e di maggiore impatto sul budget familiare – puntualizza Gronchi – oggi non accade più: con solo 10 giorni di distanza tra Natale e Saldi  si preferisce  aspettare il 5 Gennaio e quindi ci si limita, in larga prevalenza, all’ acquisto di accessori e piccoli gadgets”.

Ciò induce i commercianti, dice Gronchi, all’arte dell’arrangiarsi: “Sms, finte vendite promozionali, cartelli ammiccanti e decine di altri stratagemmi: una specie di gara a chi la spara più grossa , con il rischio di perdere il rapporto di fiducia con il cliente, o quantomeno di alterare uno dei principi cardine del nostro lavoro, quello della trasparenza. Cambiare si può e si deve: riportare i Saldi a fine stagione, limitarne la durata, rendere tutto chiaro e trasparente è semplice, è nell’interesse di tutti”.


   

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