Firenze – Intanto, i numeri. Ieri sera, al Teatro Puccini, ad accorrere a raccolta per l’iniziativa di presentazione ufficiale alla città della candidata di IV Stefania Saccardi, per i fan semplicemente “Stefy”, c’erano circa un migliaio di persone, mentre, nei sondaggi, la Stefy vale un 15%, a fronte del 50% sfiorato da Sara Funaro, la candidata del Pd che raduna una coalizione allargata,, come testimonia la presenza di SI (che si è sfilata dalla coalizione de la Gauche capitanata da Dmitrij Palagi, per vecchie ruggini con Rifondazione dicono alcuni, per visioni sostanzialmente diverse dicono altri) e i Verdi. Oltre naturalmente +Europa, Movimento Azione Laburista, Volt, …
Prima fila con i big, prima di tutti Matteo Renzi, molta rappresentanza dell’alveo di provenienza di Saccardi, vale a dire terzo settore, mondo cattolico, sindacati, associazioni. Un serbatoio di voti che ha permesso alla candidata di fregiarsi in varie occasioni del titolo di “signora di voti”, ma che in questo caso, e non per ironia del destino, si trova a condividere con la stessa candidata del Pd e coalizione, ovvero Sara Funaro, che ricorda qualcuno, ha cominciato la sua carriera politica proprio passando dalla porta di Saccardi. Il vero problema sul tavolo, comunque, che è la trattativa per l’accordo con il Pd per entrare in coalizione, è sullo sfondo. Infatti, nello stesso Pd si annidano frange che ritengono molto difficile accettare accordi con una rappresentante di IV che, e la memoria è lunga, appartiene a un partito che non si è mai peritato di lanciare critiche anche feroci al sindaco, alla giunta e al Pd cittadino; d’altro canto, la maggioranza del partito sembra propensa ad arrivare a un accordo per riassorbire in qualche modo una valente e importante figura cittadina che, volenti o nolenti, ha fatto parte della storia del partito. Del resto, su Nardella, è lo stesso Renzi che rivendica la paternità della sua candidatura al primo step, ma, dice subito dopo, “poi s’è perso”. E giù critiche al governo cittadino, dal momento che “la città è più sporca, insicura,e incasinata per il traffico”. Dunque, se lo spazio per l’accordo c’è, è veramente sempre più stretto e difficile. Ma in politica mai dire mai.
Tuttavia, i punti chiave rimangono belli chiari sul tavolo, e lo dicono anche dal palco: se c’è la volontà di “fare un ticket”, quella di “darci il vicesindaco”e discutere insieme “un programma di svolta”. allora le cose potrebbero filare lisce. E se non c’è questa volontà, Saccardi corre candidata a sindaco, dal momento che la convizione di IV è arrivare al ballottaggio. D’altro canto, dice Saccardi, la scelta di non arrivare all’accordo è “della coalizione di cui è parte il Pd”. Torna la chiusura alle primarie, rifiutate anche da Cecilia Del Re, ma, dice Saccardi” Per le primarie in ogni caso, è tardi”. Infine, le parole chiave del programma, fra cui campeggia “sicurezza” e una decisa chiarificazione sulla volontà attribuita da qualcuno di fare un accordo con il centrodestra: “Niente di tutto ciò “, dice Saccardi rivendicando la posizione di opposizione al governo di Italia Viva. Ma la questione accordo con il Pd rimane aperta, come suggeriscono le parole della “Stefy”: “Ho fatto l’avvocato, ho visto divorziati tornare insieme innamorati mollarsi per sempre. Nella vita mai dire mai”.
Intanto, mentre la gauche si stringe al suo candidato, il consigliere Dmitrij Palagi, l’asse Del Re Montanari sembra rafforzarsi, con una forte componente di attenzione a sociale e problemi abitativi, oltre, naturalmente, all’attenzione a scelte di gestione della città che hanno prodotto conseguenze di turistificazione estrema, sebbene negli ultimi tempi qualcosa la giunta Nardella abbia prodotto per contrastare la deriva.
Intanto, dalla Destra, segnali pochi e confusi. Si candiderà davvero, Eike Schmidt, o è stata una boutade? Ancora non è dato sapere, e l’ufficializzazione slitta via via. Naturalmente,la Destra potrebbe mantenere ancora un candidato sorpresa nel cilindro; ma l’ipotesi sembra sbiadire col passare dei giorni. Anche se qualcuno insiste: il nome alternativo a Schmidt c’è. Ma, se i giorni passano, e ci si avvicina alla data fatidica, sarà sempre più difficile per Schmidt dire, avevo scherzato.