Il 26 settembre alle 16 alla Biblioteca delle Oblate la Fondazione il Fiore organizza, nell’ambito della V Settimana delle associazioni culturali di Firenze, un incontro con lo scrittore Sabino Caronia sulla sua ultima pubblicazione: il testo narrativo ‘In campo lungo’ (2019) sulla visita alla figlia a Gerusalemme come occasione di ricerca interiore. Interventi di Rocco Pezzimenti e Carmelo Mezzasalma, coordina Maria Giuseppina Caramella, presidente della Fondazione il Fiore. Ingresso libero.
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«Un viaggio in Israele, dove è andata a vivere la figlia, alla ricerca di se stesso». Inizia così la presentazione dell’ultimo testo narrativo dello scrittore e critico letterario Sabino Caronia, ‘In campo lungo’ (Schena editore 2019), che verrà presentato dall’autore il 26 settembre alle ore 16 nell’auditorium del chiostro della Biblioteca delle Oblate di Firenze nell’ambito della “V Settimana delle associazioni culturali” (ingresso libero). A parlare del libro con Caronia interverranno Rocco Pezzimenti e Carmelo Mezzasalma. Moderatrice dell’incontro Maria Giuseppina Caramella, presidente della Fondazione il Fiore. «La vicenda narrata – si legge nella presentazione del volume – si articola in tre momenti. Nel primo è descritta la condizione del protagonista, la visione in campo lungo della sua esistenza, dalla morte del padre e della madre alla partenza della figlia, con il marito e i nipotini, per Gerusalemme». «Nel secondo – si legge ancora – è raccontato il viaggio verso Gerusalemme, luogo geografico e spirituale insieme, il viaggio di ciascun uomo che in ogni generazione deve considerare se stesso come se fosse personalmente uscito dall’Egitto. Nel terzo è fatto spazio al richiamo dell’oltre, al fascino del volo, con riferimenti al D’Annunzio di ‘Forse che sì forse che no’ e al Fitzgerald di ‘Gli ultimi fuochi’». «Ogni anno gli ebrei, anche quelli che sono a Gerusalemme, concludono il Seder di Pasqua con l’augurio: “L’anno prossimo a Gerusalemme” – si legge infine nella presentazione -. Momento centrale dell’anno, la Pasqua, in ebraico “passaggio”, simboleggia la separazione tra ciò che è stato e non potrà più tornare e ciò che sarà, il passaggio che ogni individuo rappresenta tra i suoi antenati e i suoi discendenti».
Per ulteriori informazioni, Fondazione il Fiore. Tel.: 055-225074