Firenze – Era il 1985 quando il Consiglio Comunale di Firenze assegnò la cittadinanza onoraria a Nelson Mandela, al tempo ancora detenuto nel carcere di Robben Island. Un segno, un legame forte che da quel momento in poi ha rafforzato l’immagine di Firenze quale centro per la pace e per il riconoscimento dei diritti umani. Sabato 13 dicembre nel Salone dei Cinquecento dalle 15 in poi, la manifestazione per la consegna dei premi del “Premio letterario e di Composizione musicale Firenze per la Culture di Pace”, giunto quest’anno alla nona edizione e presentato stamattina in una conferenza stampa a Palazzo Vecchio alla quale erano presenti l’assessore Nicoletta Mantovani, Marco Romoli Presidente dell’Associazione “Un tempio per la pace”, Andrea Portera membro della giuria per le composizioni musicali per la pace e Andrea Bigalli di Libera. Tra le novità di quest’anno la dedica del premio alla figura del Dalai Lama che sarà presente a Roma nei prossimi giorni e la nuova carica di presidente del Premio affidata a Don Luigi Ciotti. “La presenza di Don Ciotti è importantissima – ha sottolineato Nicoletta Mantovani – e, il fatto che venga premiata una composizione musicale è una cosa nuova. L’Italia è un paese di grandi compositori anche nella musica contemporanea nonostante spesso venga valorizzata l’interpretazione e non la composizione che ne è alla base. Questa manifestazione vuole essere un messaggio per quanto sia importante per noi la pace”. “ Gli abbiamo dato la caccia per molto tempo – ha detto con soddisfazione Marco Romoli riguardo a Don Ciotti – per averlo come presidente del Premio , sabato sarà qui a Palazzo Vecchio dopo che avrà ricevuto il Pegaso d’oro in Regione Toscana”.
Il premio per la letteratura edita è andato quest’anno al “contadino-poeta” algerino Pierre Rabhi con il libro “La sobrietà felice” pubblicato in Italia da Add editore, scritto nel pieno della crisi finanziaria globale e che nasce come risposta alla dilagante incertezza e alla caduta dei mercati. Secondo l’autore lo stile del benessere che sino ad oggi ha caratterizzato l’occidente non è più praticabile ed arrivato il momento di lasciare spazio a una “decrescita sostenibile”. Il Premio per il Progetto per la Pace va infatti al Movimento Colibris, proprio da lui fondato in Francia e che promuove agro-ecologia e agricoltura di prossimità, in sintesi nuovi modelli di società basati su autonomia, ecologia e umanesimo. Il Premio Una vita per la Pace è stato attribuito a Pedrag Matvejevic , intellettuale croato e uomo di pace nella drammatica situazione della post Jugoslavia, professore, scrittore insignito di numerosi riconoscimenti, il premio, per ragioni di salute, sarà ritirato dall’ambasciatore croato. Magda Andreoli, Alberto Arecchi, Mariangela Corrieri, Arrigo Filippi, Luca Scali, Luciana Tura sono i nomi degli autori dei racconti inediti selezionati e che fanno parte dei “Racconti per la pace”, il volume realizzato con il contributo della Regione Toscana e che sarà distribuito in tutte le biblioteche e presentato con delle letture a cura di Cecilia Gallia, mentre la direzione scientifica del Premio è del prof. Marco Marchi che sarà presente alla cerimonia.
Le tre composizioni finaliste invece saranno eseguite dal vivo dall’Ensamble Nuovo Contrappunto” diretto dal Mario Ancillotti e poi sarà scelto il vincitore di questa sezione, grazie a una giuria internazionale presieduta da Azio Corghi. “La musica può essere un tramite bello e sincero per la trasmissione per la pace – ha detto Andrea Portera che fa parte della giuria – Nello scrutinio delle composizioni dopo la capacità tecnica è stata analizzata la capacità espressa in grado di evocare il concetto di pace, un concetto vasto che si abbina bene alla musica”. “ Don Luigi Ciotti arriva in un momento particolare – ha sottolineato Andrea Bigalli di Libera – ha bisogno di grande protezione e non sarà facile per lui muoversi. Credo che lui stesso ribadirà il concetto che non è soltanto un problema di legalità oggi, bisogna andare oltre e guardare alla tutela del bene comune e anche a quello del pianeta. Riguardo a l’emergenza che è esplosa in questi giorni, mi stupisce – continua Bigalli – lo stupore che questi fatti hanno suscitato. Che questo paese stia sprofondando sotto il peso della corruzione è ormai un dato acquisito. La prospettiva della corruzione va allargata e deve costringere ognuno a un’altra visione etica”.