Una festa di S.Prospero baciata dal sole e da una temperatura mite il cui epicentro è stata la solenne celebrazione liturgica nell’omonima Basilica durante la quale il vescovo Massimo Camisasca parlando di immigrazione, accoglienza e terrorismo ha rivolto un accorato appello alle istituzioni, alle amministrazioni e a tutti i fedeli presenti a recuperare, in chiave di un coretto rapporto fatto di diritti e di doveri, l’identità cristiana e occidentale.
“Non si può costruire il futuro – ha detto il Vescovo – dimenticando il passato. Esso nasce coniugando memoria e speranza”. Secondo mons.Camisasca quando l’uomo arriva a compiere fatti come quelli recentemente avvenuti a Parigi, “c’è la disperazione per non aver trovato risposte credibili e in tutto questo c’è anche una responsabilità dell’Occidente, del suo relativismo e del suo relativismo”.
Per porre le basi dell’incontro, dell’integrazione e della convivenza pacifica dunque “non possiamo evitare di chiedere e di offrire, di imparare la nostra lingua e conoscere le linee essenziali della nostra storia e rispettare la nostra cultura”.
I criteri “mondani” conducono dunque ad un doppio atteggiamento sbagliato: verso la chiusura o l’accoglienza sociale senza condizioni.
“Il vero problema – ha concluso il Vescovo – sta nella debolezza della nostra identità e nell’ignoranza della storia”