Muro contro muro tra amministrazione comunale e sindacati della polizia municipale. Alla fine tocca al comandante Antonio Russo presentarsi in conferenza stampa ribadire la posizione della “delegazione trattante” in vece del direttore generale del Comune Mauro Bonaretti. Russo infatti ci ha tenuto a precisare che non si tratta di una contrapposizione tra il comandante e i suoi uomini, ma piuttosto di un contenzioso di natura sindacale i cui temi in oggetto “sono di esclusiva competenza tecnica della delegazione trattante”. Come dire: ci sono limiti che non possono essere oltrepassati.
Ma quali sono i problemi sollevati dai sindacati? Nel mirino di Cgil, Cisl e Sulpm c’è la riorganizzazione complessiva voluta dall’amministrazione e dal comandante, dalla concentrazione di agenti in centro a scapito della periferia, alla gestione dei turni: “viene destinato al servizio interno della centrale operativa personale giovane e con scarsa esperienza mentre vengono impiegati nelle pattuglie esterne notturne e serali gli operatori più anziani (tutto questo in contrasto con un accordo sindacale tuttora vigente)”. A questo, per i sindacati, si aggiungono la “formazione professionale e aggiornamento inesistente: non si può considerare l’invio di una mail un aggiornamento professionale, il diniego alla disponibilità data dai lavoratori ad effettuare il servizio educazione stradale nelle scuole in orario di lavoro anziché straordinario (con evidente risparmio per le Casse Comunali), i rifiuto sistematico ad investire in reparti specializzati anziché in sterile tecnologia che, oltre a qualificare il lavoratore, fornirebbero un reale strumento di ausilio alla cittadinanza come ad esempio un Reparto Cinofilo per la lotta e prevenzione alla droga nelle scuole”.
Ma Russo e il resto della delegazione trattante non pervenuta rispondono colpo su colpo e chiudono ad ogni trattativa. L’unica concessione riguarderebbe un eventuale accordo per evitare la disdetta unilaterale dell’intesa del 1999, con la quale si permette l’esonero dai servizi esterni nei turni serali e notturni di chi ha compiuto più di 50 anni di età o 25 di servizio: “un’intesa – afferma Russo – ormai vetusta, assolutamente incomprensibile ed anacronistica oggi, quando si va in pensione a 67 anni di età e che consente con 17 anni di anticipo agli Agenti ed Ispettori di non fare più servizio sul territorio di sera e di notte”. Ma su questo punto lo stallo è assoluto.
Per il resto il comandante replica colpo su colpo: in sintesi Russo ha spiegato che la gestione del personale e la definizione delle priorità sono di sua competenza e non dei sindacati; ha negato con decisione che siano stati ordinati straordinari e che sia stato “preso in prestito” personale dai Reparti operativi per altre mansioni. Infine ha definito “ridocola” la richiesta di costituire un gruppo cinofilo: “non è nostra intenzione scimmiottare le altre forze di polizia”.
Una replica che forse contribuisce a chiarire alcuni aspetti tecnici, ma non a rasserenare l’aria negli ufficili di via Brigata Reggio.