Quattro anni di duro lavoro ecclesiastico-esplorativo: il cardinale Camillo Ruini ha presieduto la commissione di indagine vaticana su Medjugorje istituita nel 2010 da Benedetto XVI. All’alto porporato di origine reggiana toccherà dare una sorta di “proposta articolata” dopodiché sarà la Congregazione per la Dottrina della Fede a prendere le decisioni da presentare al Papa (cui spetta l’ultima parola) che commenta “un buon lavoro”. Ma non sarebbe un “no” secco.
Un caso che dura dal 24 giugno 1981, secondo i sei «veggenti» il giorno della prima «apparizione» della Madonna sulla collina Crnica di quel villaggio della Bosnia ed Erzegovina prossimo al confine croato: un messaggio di pace nella regione dove si sarebbe scatenata la guerra. Un fenomeno di apparizione esorbitante rispetto a Lourdes o Fatima, le apparizioni mariane ufficialmente riconosciute, ancora in corso e che genera ogni anno milioni di pellegrini.
Tra il «consta» e il «non consta» di «soprannaturalità», in Vaticano sembra farsi strada una soluzione prudente e ancora interlocutoria. Il Sismografo, un blog «interno», scrive tuttavia che la soprannaturalità «non ha superato la verifica ecclesiastica», prevede un «verdetto negativo» ma dice che Medjugorje rimarrebbe come «una realtà non riconosciuta ufficialmente».