Ruby e le altre: il processo più pericoloso

Liborio Cataliotti*

Sarebbe difficile fare un quadro dei processi a carico del Senatore Berlusconi, perché l’elenco è indubbiamente lungo. Confesso, in tutta sincerità (pur avendo sempre seguito le vicissitudini processuali del Cavaliere, sia per l’interesse che professionalmente riservo ai processi “mediatici”, sia per i risvolti politici degli stessi), che per averne il quadro completo ho dovuto fare ricorso a…Wikipedia: già, potrebbe fare sorridere, ma l’Enciclopedia informatica per eccellenza dedica infatti un lungo capitolo alle vicissitudini processuali del Cavaliere. Ebbene, anche una frettolosa lettura di questo elenco, corredato delle date di svolgimento dei processi, rivela però la fondatezza di due affermazioni che il Sen. Berlusconi fa frequentemente: da un lato egli ripete sempre che l’ “interesse” giudiziario nei suoi confronti si è acuito dopo l’avvio della sua esperienza politica; e, d’altro canto, afferma che è stato sempre assolto, o comunque è uscito indenne da tutti i procedimenti a suo carico.

Ebbene, dicevo, questo elenco gli “rende giustizia” circa la fondatezza delle due affermazioni. Da un lato, infatti, è ben vero che i processi si sono moltiplicati dopo quella che mediaticamente è definita “la discesa in campo del Cavaliere”; e, dall’altro, contrariamente rispetto al comune sentire, è altresì vero che, nella grandissima parte dei casi, il Presidente è stato assolto o prosciolto con formula piena da ogni accusa.
Assolto per una ventina di volte sulle venticinque in cui è stato processato, mentre nelle altre è stata dichiarata la prescrizione o l’amnistia. Dunque, l’affermazione secondo la quale solo leggi ad personam lo avrebbero sistematicamente salvato è infondata: lo dico alla luce di dati certi, per quanto io sia ben consapevole che detta opinione è divenuta purtroppo una communis opinio, cioè un credo popolare. Piuttosto che scendere nel dettaglio delle accuse, mi pare interessante classificare in tre categorie i processi di Berlusconi, poi spiegherò il perché: in un primo momento le accuse hanno riguardato l’attività imprenditoriale del Sen. Berlusconi, poi la Magistratura, dopo una serie considerevole di insuccessi (per l’accusa), ha rivolto le proprie attenzioni all’attività politica del Presidente. Nell’uno e nell’altro caso, dicevo, sono fioccate assoluzioni e prescrizioni , che non hanno nuociuto all’immagine del Presidente Berlusconi.

Ora, se mi è concesso un commento personale, il Presidente Berlusconi sta affrontando la serie più pericolosa (per lui) di processi, poiché le accuse non riguardano più il suo agire in quanto imprenditore – tranne per un processo pendente in Cassazione (per accuse fiscali) – o in quanto politico (vedi il caso Saccà), ma riguardano invece la sua vita privata. Ebbene, è a questo filone di processi, di cui il cosiddetto “processo Ruby” è lo stereotipo, che ritengo di dedicare in questo scritto le maggiori attenzioni, anche perché è un tema di stretta attualità. Ho scritto più sopra che questo è il processo più pericoloso per il Cavaliere, perché difendersi nell’aula, per quanto io creda e confidi in una assoluzione, temo possa non bastargli invece per difendere la sua immagine di fronte all’elettorato, il Giudice più severo.

Mi spiego meglio: il Presidente Berlusconi è accusato meramente, in quel processo, di avere frequentato “in senso biblico” una ragazza che si sarebbe prostituita (appunto Ruby), conscio della sua minore età e di averne determinato il rilascio (da parte dell’Autorità preposta ad accudirla in quanto minorenne); la difesa, rispetto alle accuse penali, è tanto facile quanto, a mio sommesso avviso, fondata: la minorenne in questione ha sempre detto di non avere consumato rapporti sessuali con Berlusconi e i pubblici ufficiali che hanno determinato la liberazione di Ruby dopo il Suo fermo hanno affermato in aula di averla rilasciata in virtù di una prassi ed una procedura assolutamente corrette. Il processo, alla luce di questi dati, non avrebbe addirittura nemmanco essere svolto; eppure, incredibilmente, un fiume di prove o presunte tali, intercettazioni telefoniche ed ambientali, tutte divulgate, pubbliche deposizioni, o anche solo mere interviste ai media da parte di persone anche solo sfiorate dalla vicenda ha infangato l’immagine del Presidente.
E’ perfino banale che evidenzi che, contro il fango, la difesa è impossibile.

In tutti i media è un dilagare di presunte persone informate sui fatti che si sentono legittimate a rendere pubblica la loro versione, dalle protagoniste delle cene ad Arcore alle amiche, dalle amiche delle amiche ai manager delle stesse ecc. ecc. ecc.: ebbene, queste versioni spesso pur manifestamente fantasiose, si stanno frammischiando nel comune sentire alle risultanze processuali; anzi, addirittura hanno oscurato la verità processuale. Dal mio punto di vista, ciò non è degno di un Paese civile. A conforto di questa affermazione, ritengo doveroso mettere il lettore a conoscenza di ciò che accade negli Stati Uniti d’America: esiste un bel testo, che ho letto in questi giorni, si intitola “Understanding public attitude to criminal justice”. È uno studio, non è un romanzetto, e dice una cosa nella quale io fortemente credo e faccio mia. Ovvero sia dice che quando i consociati, in virtù dell’indottrinamento del messaggio mediatico del quale ho parlato, che riguarda pochi processi, quelli cosiddetti “mediatici”, vengono a conoscenza di fatti processuali, inevitabilmente ne hanno una percezione sbagliata, sempre. Proprio per questo negli States esistono norme processuali che cercano di evitare la divulgazione erronea di atti processuali tramite i media: l’esatto contrario di quanto sta avvenendo nel nostro Paese, dove i processi si celebrano prima negli studi di Porta a Porta, le sentenze vengono scritte dai media e poi vengono infine recepite nelle aule di Tribunale.

*Avvocato – Professore a contratto presso l’Università di Parma
Capo Gruppo del PDL nel Consiglio Comunale di Reggio Emilia

Total
0
Condivisioni
Prec.
La notte dei Musei

La notte dei Musei

Sabato 18 maggio aperture straordinarie dei musei della provincia dalle 21 a

Succ.
Don Amos

Don Amos

“E proprio per trasformare le chiacchiere in un qualche cosa di concreto

You May Also Like
Total
0
Condividi