Rottura Azione-Pd, Giani: “Calenda ora è nelle mani di Renzi”

Firenze – La lettura della rottura dell’alleanza Azione-Pd, comporta in qualche modo delle ricadute anche sulla stessa Toscana. Ma sulla vicenda tout court, a margine della presentazione dell’accordo siglato fra Regione Toscana e Confcommercio, giunge il non tenero commento  del presidente della Regione Eugenio Giani  che, rispondendo alle domande dei giornalisti, dice, parlando dei risultati immediati della rottura: “Calenda ora è nelle mani di Renzi. Calenda ora deve raccogliere in due giorni le firme, cosa impossibile, e quindi si deve rimettere a Renzi. Sono i pradossi della storia. Del resto, Calenda era un ministro di Renzi presidente del consiglio, ed è evidente che nella posizione del polo di centro, Renzi assume una notevole centralità e Calenda diventa in qualche modo un suo personaggio a seguire”.

Circa le modalità con cui il Pd potrà uscire dal cul de sac in cui la decisione di Calenda l’ha posto, oltre ad una campagna che rischia di essere incentrata totalmente sul contrasto alla Destra, “Il Pd ne esce con grande onore e dignità – spiega il presidente della Regione Toscana – dimostrandosi il partito della responsabilità, il partito che è stato responsabile nei confronti di Draghi, l’ultimo a volerlo sostenere anche il Parlamento, l’uomo che aveva ritrovato credibilità internaizonale, i conti giusti per il Paese, lo sviluppo attraverso il PNRR. Ma responsabilità anche nel modo in cui ha svolto il suo ruolo di partito egemone di un centrosinistra che doveva trovare un equilibrio fra le sue componenti più a sinistra, quindi i Verdi, Sinistra Italiana, Articolo 1 del ministro Speranza, e le sue componenti più centriste, ovvero Calenda e +Europa della Bonino. Purtroppo questo voltafaccia di Calenda all’ultimo momento ha impedito di arrivare con un fronte ampio a reggere lo scontro con quello che il centrosinistra non può definire, nella democrazia dell’alternanza, un centrodestra, ma un destra-centro, o meglio un destra-destra, come si vede dal fatto che, ormai, a rispondere e a parlare è Giorgia Meloni, che rappresenta la coalizione di destra in Italia e all’estero”.

“All’estero – continua Giani – mettere l’Italia in mano a chi si allea con il leader polacco, con Orbàn, con i movimenti più discutibili, controversi e antieuropeisti, è l’esatto opposto con quello che ha rappresentato, in termini di autorevolezza, il governo Draghi. Sono molto preoccupato e spero che questa preoccupazione porti comunque a un sostegno alla coalizione di centrosinistra che con grande dignità, lasciando Calenda alle sue contorsioni interne, Emma Bonino ha comunque sposato tenendo fede all’accordo firmato”.

Per quanto riguarda un eventuale spiraglio verso Conte, il presidente toscano è tranchant: “Siamo il partito della responsabilità che ha portato avanti con maggior convinzione il governo di unità nazionale di Draghi. Oggi che noi paghiamo, come Italia, l’aver buttato giù il governo Draghi, sarebbe assolutamente contraddittorio allearsi, pur nello spirito del campo largo, con chi questo governo lo ha buttaro giù. Quindi personalmente escludo un rapporto di alleanza col M5S”.

 

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