Firenze – Sarà con un emendamento alla proposta di legge sulla riorganizzazione delle Province, che nella prossima giunta regionale dovrebbe essere posto in essere il trasferimento alla Regione del personale dei Centri per l’impiego. “La Toscana è pronta ad attuare la legge che istituisce la nuova agenzia regionale per il lavoro, destinata a raccogliere le funzioni di collocamento, servizi per l’impiego, politiche attive del lavoro fino ad oggi esercitate dalle Province attraverso i centri per l’impiego. Porteremo nella prossima seduta un emendamento alla proposta di legge che la giunta ha licenziato nei giorni scorsi sulla riorganizzazione delle Province, che prevederà il trasferimento alla Regione del personale dei Centri per l’impiego destinato a confluire nell’agenzia”.
A spiegare chiaramente il prossimo passo in tema di lavoro è lo stesso governatore Enrico Rossi, che annuncia anche lo spirito fondamentale che muove la decisione: se la riforma è infatti necessaria, “non può non avere una declinazione territoriale e non tenere insieme politiche del lavoro con quelle della formazione”.
Per quanto riguarda il quadro nazionale, la Toscana è la prima Regione a dare corso al riordino dei centri per l’impiego, dopo la decisione presa giovedì dalla Conferenza delle Regioni in polemica con l’accentramento di competenze ipotizzato in sede di Commissione alla Camera. Un’ipotesi che, come ricordato dall’assessore alle attività produttive credito e lavoro Gianfranco Simoncini , determinando una cesura tra politiche attive del lavoro, che sarebbero di esclusiva competenza dello stato e la formazione e l’istruzione, di esclusiva competenza regionale, renderebbe,di fatto, inefficace qualsiasi iniziativa a sostegno dell’occupazione e delle attività produttive in sede locale, tutte politiche strettamente intrecciate fra di loro e impensabili l’una senza l’altra. Un disegno istituzionale che eluderebbe il tema centrale: la profonda differenza fra mercati e territori che richiede una differenziazione di risposte e interventi.
E sull’onda dell’esigenza di garantire continuità dei servizi, mentre il confronto prosegue, le Regioni hanno deciso di procedere. “Sull’esempio toscano – ha ricordato Simoncni – altre regioni stanno legiferando per disciplinare i servizi”.
La Toscana ha giocato d’anticipo per non farsi cogliere impreparata dal passaggio di competenze legato al superamento delle Province e, soprattutto, per garantire la continuità nella gestione dei servizi e ai cittadini di poter usufruire dei loro diritti, in una fase delicatissima per il mercato del lavoro.
“L’esperienza dei 56 Centri per l’impiego toscani – ha ricordato Rossi – è decisamente migliore rispetto a quella di altre realtà : da noi è circa il 20% dell’incontro fra domanda e offerta a passare dai Centri, in Italia siamo al 4%“.
Parlando un po’ di questo nuovo soggetto, l’Agenzia regionale sarà il nuovo strumento di governo dei servizi per l’impiego. L’agenzia avrà natura giuridica di ente di diritto pubblico, dipendente dalla Regione, con autonomia organizzativa, amministrativa e contabile, sotto la vigilanza e l’indirizzo della giunta regionale: nessun Consiglio di amministrazione ma solo un direttore.
All’Agenzia saranno attribuiti i servizi di: collocamento, incontro fra domanda e offerta di lavoro, gestione delle politiche attive, interventi di prevenzione della disoccupazione, orientamento e obbligo formativo. Obiettivo: garantire la territorialità e la massima efficacia degli interventi, rendendoli coerenti con le caratteristiche dei sistemi produttivi locali e con le dinamiche domanda-offerta di lavoro territoriali, oltre al pieno coinvolgimento e all’integrazione dei soggetti privati, accanto a quelli istituzionali.
I Centri per l’impiego ad oggi emanazione delle Province, diventano strutture periferiche dell’Agenzia regionale, una sorta di prima linea che risponderà direttamente ai cittadini e alle imprese, secondo una dislocazione che terrà conto dei sistemi economici locali. I centri potrebbero svolgere anche un ruolo nell’attività di formazione, ad oggi svolta dalle Province.
Per quanto riguarda il personale, in carico alle Province allo stato attuale ci sono poco più di 1000 persone che lavorano nei Centri per l’impiego: 560 dipendenti diretti, con contratti a tempo determinato e indeterminato, di cui 6 dirigenti e 540 dipendenti da enti esterni.
Capitolo risorse. Per garantire la fase transitoria, i servizi e gli standard di qualità e i livelli essenziali delle prestazioni era stata attribuita alle Province, per il 2014, la somma di 12 milioni come anticipazione della nuova programmazione Fse 2014-20.
Nell’ambito della programmazione Fse 2007/2013, si stima che le risorse trasferite dalla Regione alle Province per il funzionamento dei Centri per l’impiego siano circa 70 milioni di euro (escluse le retribuzioni del personale delle Province), alle quali si devono aggiungere ulteriori risorse,pari a 7 milioni trasferite nell’anno 2013.
Ma che ruolo conserverebbe l’Agenzia Nazionale? Nell’ambito di questa impostazione, spetterebbero all’Agenzia nazionale le competenze su livelli essenziali delle prestazioni, standard minimi, personale e risorse, nonché criteri per l’accreditamento degli operatori pubblici e privati, per l’accertamento e la perdita dello stato di disoccupazione. E ancora: il coordinamento e la gestione di un sistema nazionale informativo, monitoraggio e valutazione di interventi e risultati; assistenza tecnica alle Regioni e poteri sostitutivi nei confronti di situazioni di inadempienza e ritardo. La nuova agenzia nazionale potrebbe inoltre riassumere in se le funzioni di Italia Lavoro e definire uno stretto collegamento con Inps. Responsabili della gestione operativa dei servizi, nel rispetto della programmazione delle Regioni che regolano e organizzano gli interventi, dovrebbero in questo disegno essere, appunto, le agenzie regionali.
Infine un occhio alla situazione in Toscana. Dal 2009 le prese in carico degli utenti dei Centri per l’impiego sono più di 4 milioni, di cui quasi 650mila nel corso del 2014, corrispondenti a una media annua di circa 300mila persone.
I servizi per il lavoro hanno saputo affrontare l’impatto della crisi negli ultimi 5 anni. Da luglio 2009 ad oggi si sono presentati agli sportelli, oltre 87mila lavoratori beneficiari di ammortizzatori in deroga, ai quali sono state erogate quasi 651mila azioni di politica attiva, ovvero in media circa 7,5 azioni a lavoratore
Infine, per quanto riguarda i giovani, l’attenzione della Regione è molto alta, come ha ricordato Rossi, che ha ricordato anche l’esperienza, apripista a livello nazionale, del progetto Giovanisì, sul quale si è poi integrato il programma di Garanzia Giovani . “Un ruolo positivo dei centri per l’impiego toscani è stato svolto nella gestione di Garanzia Giovani. La Toscana è stata la prima in Italia ad accogliere i giovani che non studiano o lavorano e ad offrire loro concrete opportunità. Dal maggio scorso, i Centri per l’impiego hanno preso in carico 11.652 ragazzi. Di questi, 3.774, il 32 per cento circa, hanno potuto inserirsi nel mercato del lavoro”. In particolare 2.088 di questi grazie all’attivazione di tirocini, 1.245 con contratto a tempo determinato, 396 con contratto di apprendistato e 45 con contratto a tempo indeterminato.