Firenze – Anche la Regione sostiene la proposta di legge per estendere il diritto di voto agli studenti Erasmus. E’ il presidente Enrico Rossi ad annunciarlo nel corso della conferenza stampa organizzata per illustrare l’iniziativa portata avanti dall’associazione Erasmus Student Network Italia e già supportata da Enti locali e Università. “Certamente firmerò la proposta di legge – ha detto Rossi – e invito tutti i cittadini toscani a farlo. Questi giovani ci danno la possibilità di dimostrare che le istituzioni sono una cosa aperta”.
La rivendicazione nasce dal fatto che al momento votare all’estero è possibile soltanto per coloro che sono iscritti all’Aire (l’Anagrafe dei residenti all’estero), iscrizione obbligatoria soltanto per coloro che risiedono fuori dall’Italia per almeno 12 mesi. Il che di fatto escluderebbe dall’esercizio del diritto i circa 50 mila giovani che ogni anno decidono di trascorrere all’estero un periodo di durata inferiore (di solito 10 mesi) impegnati in programmi come Erasmus ma anche Leonardo, tirocini Placement, e altri. Buona parte di loro non sono in grado di esercitare questo diritto a causa dei costi da affrontare per ritornare in Italia.
“Finalmente un segnale forte, la politica risponde alla generazione del futuro – ha commentato il responsabile del progetto per la Toscana Emanuele Scamardella – Per noi è una cosa drammatica, siamo esclusi da processi decisionali, siamo una generazione senza voto. La nostra proposta è di poter votare elettronicamente nel luogo di studio o di lavoro, cosa che snellisce le procedure bibliche di iscrizione all’Aire. La Toscana è la prima Regione italiana che ci risponde”.
Tra i punti della proposta: prevedere la possibilità di richiedere l’esercizio del voto all’estero per coloro che sono domiciliati in uno stato membro dell’Unione Europea per un periodo continuativo da un minimo di 1 mese a un massimo di 12; estendere tale possibilità ai familiari conviventi di chi temporaneamente è domiciliato in uno stato membro UE; permettere conseguentemente il voto per corrispondenza tramite gli uffici consolari, così come previsto per gli iscritti all’AIRE. Ci sarà tempo fino a febbraio 2015 per raccogliere le 50 mila firme necessarie affinché la proposta di legge popolare possa approdare in Parlamento.