Firenze – Un patto sociale che permetta alla Toscana di reggere alla crisi, facendo leva sugli investimenti, sullo sblocco di quelli, fermi, per le infrastrutture, su quelli in sanità. Un patto che tuteli il lavoro e la sicurezza sul lavoro. Questi alcuni degli spunti più significativi del discorso tenuto nel pomeriggio dal presidente della Regione Enrico Rossi al 13° congresso regionale della Legacoop alla Camera di Commercio a Firenze.
“Occorre fare un patto ampio – ha detto Rossi – che individui alcuni obiettivi di fondo per far fronte alla crisi. Fino ad ora, rispetto ad altre Regioni, abbiamo tenuto soprattutto grazie all’export e alla permanenza strutturale e storica della manifattura e dei distretti. Un patto sociale che deve concentrarsi sul rilancio degli investimenti e sullo sblocco di quelli, e sono tanti, fermi. Non voglio dare la colpa solo al governo in carica, ritardi e problemi ce ne sono stati anche con i precedenti. Però adesso pare ci sia un obiettivo programmatico a non toccar nulla: dalla geotermia, al sottoattraversamento di Firenze, dalla Tirrenica alle terze corsie fino all’aeroporto Vespucci. Tutte infrastrutture basiche, ammodernamento di cose già esistenti fondamentale per una regione che, appunto, si basa sull’export e che deve stare nei processi d i globalizzazione. Verrebbe dato così impulso all’occupazione in un settore, l’edilizia, tra quelli maggiormente colpiti dalla crisi. Miliardi di investimenti che potrebbero aprire migliaia di posti di lavoro e creare una regione moderna”.
“Poi – ha detto ancora Rossi – vogliamo rilanciare gli investimenti in sanità, che ha bisogno di una spinta per ritrovare la sua volontà di primeggiare a livello nazionale. Ci sono le fondamenta, c’è da riconquistare il cuore degli operatori sanitari che hanno siglato da poco un contratto che attendevano da dieci anni. Poi vogliamo tutelare il lavoro, non solo a livello di sicurezza. Sono state fatte alcune leggi regionali che vanno in questa direzione, ma penso si possa fare ancora meglio. E potremmo anche, insieme alle altre confederazioni, trovare il modo di riconoscere con una legge il ruolo che in tutto questo può svolgere l’organizzazione del movimento cooperativo e delle sue rappresentanze. Questo è il lavoro che vorrei portare avanti da qui fino alla fine della legislatura”.
Rossi ha chiuso il suo intervento rilanciando l’appello a partecipare alla manifestazione antifascista e antirazzista di Prato. “Domani io ci sarò – ha annunciato Rossi – bisogna andarci. Su questo occorre una grande risposta della Toscana. Non dimentichiamo che la cooperazione fu sciolta dal fascismo nel 1926 e al suo posto nacquero le corporazioni. Anche per questo la Costituzione riconosce alla cooperazione un ruolo fondamentale: un’autonoma organizzazione di persone libere che mettono insieme le loro conoscenze, forze, idee e volontà per raggiungere obiettivi comuni ed i profitti che ne derivano viene deciso insieme come impiegarli. E il vostro valore fondativo”.
Foto: Cesare Martignon