Rossi chiede all’Unione Europea più contributi per l’occupazione giovanile

La Toscana è dalla parte dei giovani, come il suo Governatore. Grazie al progetto Giovanisì, promosso dalla Regione, oltre 35.000 giovani toscani veranno coinvolti in progetti per tirocini retribuiti, servizio civile, creazione di nuove imprese e contributi per l’affitto. “L’88% dei contratti che i giovani stipulano sono di carattere precario. I nostri giovani – ha spiegato il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi – fanno sacrifici per rendersi autonomi, certamente hanno bisogno di sostegno e stimolo ma si muovono, si spostano dal sud al nord, vanno all’estero”. “Certe espressioni – ha continuato riferendosi alle recenti affermazioni del presidente del Consiglio, Mario Monti, e del ministro degli Interni, Anna Maria Cancellieri – sono sprezzanti e sbagliate. Piuttosto i giovani non hanno sufficiente sicurezza per quanto riguarda il lavoro, e in Italia non c’è sistema di protezione per le fasi di passaggio tra un lavoro e un altro. Senza lavoro fisso non si ottiene un mutuo, non si mette su casa, non si fanno figli”. Secondo il Governatore, infatti, quelle dei membri del Governo sono “affermazioni di carattere elitario ed autocompiaciuto, non condivisibili, che irritano ed inquietano”. “Noi in Toscana – ha proseguito Rossi – qualcosa abbiamo fatto. Invito il Governo a guardare alla nostra esperienza, a fare una politica per i giovani come avviene in altri paesi europei”. I primi dati del progetto Giovanisì sono la testimonianza che la Toscana si sta muovendo in favore dei giovani.  “Le cose – ha spiegato ancora il Governatore – stanno andando abbastanza bene, per i tirocini, il servizio civile, il fare impresa. Per quanto riguarda i tirocini abbiamo posto un limite ad una loro utilizzazione nelle ditte individuali perchè temiamo che vengano usati come sostitutivi del lavoro vero e proprio, ma stiamo studiando soluzioni per alcune attività, per esempio quelle artistiche o artigianali le cui caratteristiche potrebbero configurare un tirocinio con veri contenuti formativi. Il Governo ha eliminato l’indennità ai tirocinanti negli studi professionali, noi invece vogliamo firmare un protocollo proprio con gli ordini e lo faremo a breve”. “Il nostro progetto – ha concluso Rossi – non è certo risolutivo dei problemi più complessivi del lavoro nel nostro paese, ma viene incontro al bisogno di autonomia dei giovani, che con il lavoro, con il servizio civile, con la possibilità di avviare una propria attività e di avere una abitazione vogliono sentirsi parte attiva della società”. In qualità di rappresentante della Commissione politiche sociali del CDR (Comitato delle Regioni), poi, il presidente della Regione ha partecipato ieri, 8 febbraio, ad un incontro tenutosi a Bruxelles, sede dell’Unione Europea, per discutere il PSCI (Programma dell’Unione Europea per il Cambiamento e l’Innovazione sociale). Rossi ha proposto, in questa sede, di aumentare del 30% il bilancio comunitario destinato ad azioni di sperimentazione sociale, con particolare riferimento ai giovani per il periodo 2014-2020. In tal modo l’Unione Europea destinerebbe 172 milioni di euro (contro i 97 milioni attualmente previsti) per le politiche di inclusione dei giovani nel mercato del lavoro. Che i giovani abbiano bisogno di una mano lo testimoniano i dati forniti da Eurostat, l’ufficio europeo di statistica, che rivelano come l’Italia abbia un tasso di disoccupazione giovanile fra i più alti d’Europa (31% sotto i 25 anni), seconda solo a Spagna (48,7%), Grecia (47,2%) e Slovacchia (35,6%).

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