Rosalba De Filippis, poesie dedicate a tutte le madri

Firenze  – Dopo aver letto il libro Madrebianca e con qualche curiosità mi sono avvicinata alla dimensione poetica di Rosalba De Filippis. Come frecce intrise di affetti ogni sua parola crea un movimento interiore, si afferrano i ricordi che ogni nato porta con sé, si scioglie la memoria in delicati intrecci personalissimi. Madrebianca apre antiche e misteriose porte, universali.

Scorrono parole legate ai primi suoni, a sentimenti di sangue e di latte. L’intensità della lettura è tale che leggo altro e altro ancora di Rosalba De Filippis. Ho scoperto la sua bellezza tra le pagine dei suoi scritti, delle sue poesie.

Scrittrice e insegnante, Rosalba De Filippis vive a Firenze; collabora a periodici e riviste. Ha scritto: Sotto nevi di carta  (Campanotto, 2007), Il filo forte del liuto (Campanotto, 2008), La luce sugli spigoli. Canti di Monteloro (Stampa Alternativa, 2011), Danielle (Campanotto, 2013), Le sorelle in aria, (Passigli, 2017) Ha curato il volume collettaneo Paura- Intellettuali e artisti sulle angosce del nostro tempo (Edizioni della Meridiana, 2016); Nel 2018 ha pubblicato La casa del platano-storia di un professore e del suo paese, CartaCanta editore

Professoressa de Filippis, come è nata la sua passione per la poesia?

“La poesia mi ha sempre accompagnata sin dalla più giovane età; quando ero bambina, mio padre mi leggeva i versi di Dante, di Montale, di Dino Campana, Alfonso Gatto e di molti altri. Di quelle letture mi è rimasto il timbro della sua voce, il suo indugiare sulle pause ritmiche come una vera musica del cuore; un fraseggio interiore che mi sono portata sempre dentro negli anni.

Ho iniziato con lo scrivere brevi prose liriche, in cui sostanzialmente non avveniva nulla di eclatante, per il solo gusto di vedere le parole distendersi sulla pagina in risposta a quel fraseggio interiore. Qualcuno mi ha poi fatto osservare che forse era arrivato per me il momento di misurarmi con testi di più ampio respiro narrativo, magari con una trama ben definita. Ma mi sono immediatamente resa conto che la mia scrittura andava esattamente nella direzione opposta; verso una forma di essenzialità e di asciuttezza in cui mi sono riconosciuta, che è la poesia, appunto”. 

Qual è il suo autore preferito?

“Indubbiamente anche i miei studi universitari mi hanno avvicinata alla poesia, in particolare ai versi di Giorgio Caproni, il poeta, tra le altre raccolte, de Il seme del piangere, dedicato alla madre Annina; e de Il Passaggio di Enea; la cui lettura mi ha in un certo senso indicato la strada. Per quanto la mia scrittura si distanzi chiaramente dalla sua, ne ho forse  appreso e assorbito la necessità di un certo rigore  e mi ha sempre colpito quel suo sguardo dolente sul mondo, intriso di amara ironia. Uno sguardo retto, appartato proprio di un grande, che della modestia ha comunque fatto la sua cifra: un maestro, insomma”.

Quale libro, tra i suoi, è quello che ama di più?

“Sinceramente non saprei, in quanto, una volta pubblicati, i miei libri mi risultano tutti ormai in parte estranei; ma forse potrei evidenziare una certa propensione per la forma del poemetto, che contraddistingue in particolare due mie pubblicazioni: Danielle, uscito con Campanotto Editore, e Le sorelle in aria, edito da Passigli”. 

Mi parli del suo ultimo libro “Madrebianca”, dedicato a sua madre.

Madrebianca è nato nel tempo, si tratta di poesie scarne, asciutte, meditate a lungo e a lungo rimaste nel cassetto, cui si sono, nel frattempo, venuti ad aggiungere altri testi più recenti.  È un libro sul lutto, sull’assenza e sull’ostinata necessità di mantenere aperto un dialogo con chi se n’è andato; ma non soltanto. In senso ampio, vuole essere anche una poesia degli affetti, delle realtà minime e quotidiane che attraversano e segnano la mia vita, come, forse, la vita di ognuno. D’altra parte mi affido con gratitudine alla raffinata lettura che Sergio Givone ha voluto fare di questo libro, nella sua prefazione”.

Le sue poesie toccano il cuore

“La ringrazio di questa sua gentile osservazione, è un elemento che non sta a me valutare; la poesia, una volta scritta e pubblicata è consegnata, credo, soprattutto alla sensibilità e al modo di intenderla del lettore”.

Attualmente a che cosa sta lavorando?

“È complicato dirlo, in questo momento sono impegnata in un lavoro di ricerca che potrebbe situarsi su una linea di “confine” tra il saggistico e la dimensione creativo-letteraria”. 

Qual è il suo progetto futuro?

“Non ho progetti definiti, vorrei dedicare un prossimo libro alle tante bestiole testimoni di una dimensione domestica e che, con la loro grazia,  molto mi hanno fatto compagnia”.

Madrebianca

non di marmo o pietra levigata

madre invecchiata

riaffiori dal tuo sonno all’improvviso

e fuggono le code dei tuoi sogni

come girini sotto i sassi bianchi. 

Foto: Rosalba De Filippis

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