Diciamolo subito, con la faccenda dell’euro, di cui lui è stato il principale traghettatore almeno italiano, ha un po’ diviso le coscienze. Per alcuni Mosè, per altri Caronte, fatto sta che oggi il solo pensiero di tornare ad una moneta nazionale, è considerato politicamente una blasfemia.
Romano Prodi, reggiano di nascita ma bolognese d’adozione, compie 85 anni dopo una vita in cui si fa prima ad elencare gli incarichi che non ha mai ricoperto rispetto a quelli che ha incarnato. Statista, economista, docente, politico, è stato due volte premier, ministro, Presidente Iri, rappresentante Onu per l’Africa, consigliere dei Governi russo e cinese, Paesi oggi non propriamente visti come modelli di democrazia dal fronte occidentale, e per 5 anni Presidente Commissione europea.
Considerato di fatto l’ideatore del centrosinistra, con la fondazione dell’Ulivo, oltre ai molteplici interessi sociali ed economici, Romano Prodi, ha una passione considerevole per la bicicletta, che ha inforcato per decenni in lungo e in largo sulle strade dell’Appennino, anche quelle che portano a Bebbio, dove la numerosa famiglia Prodi festeggia, nell’omonima casa-castello, il genetliaco del professore.
Iniziò la carriera politica nel 1963, consigliere comunale della Dc reggiana, da allora di acqua sotto il ponte ne è passata. Ma lui ha fatto di Bologna la sua città, città dove ora, ridotti inevitabilmente gli impegni, lo vedi spesso passeggiare col volto bonario di un Balanzone senza tempo, tra ci cittadini comuni coi quali si ferma volentieri per una foto ricordo. Che consigliamo vivamente di scattare a chi ancora non avesse avuto l’idea perché non è da escludere, per andarci molto cauti, che ce lo ritroveremo in un futuro non troppo lontano, stampato sui libri di storia