Fino al 5 luglio la Fondazione Magnani Rocca di Traversetolo ospita Roma 900, una selezione dei capolavori della Galleria d’Arte Moderna di Roma Capitale.
Breve premessa: la Galleria suddetta non coincide con la GNAM di Roma, ovvero la Galleria Nazionale d’Arte Moderna. Si tratta di un museo più contenuto ma interessantissimo, collocato nell’ex convento delle Carmelitane Scalze a S. Giuseppe Capo le Case, in via Crispi, a Roma appunto. Un museo sorto a raccolta della produzione nazionale e in particolar modo per valorizzare il ruolo della capitale, unendo insieme il meglio degli artisti romani -attivi o nativi-, delle scuole e delle influenze dalla fine dell’Ottocento arrivando al dopoguerra.
Questo per dire che il meglio della collezione significa, in sostanza, osservare ciò che più interessate ha riguardato la produzione nazionale nella prima metà del secolo, partendo dal Liberty e dalle ascendenze simboliste, passando attraverso il ritorno all’ordine e al neoclassicismo novecentesco fino alle esperienze degli anni Cinquanta.
Il museo, e di conseguenza l’interessantissima selezione operata per la trasferta alla Magnani-Rocca, è davvero una pregevole esperienza da godere e oltre ai nomi di tutto rispetto della collezione, da De Chirico a Guttuso, da Capogrossi a Pirandello, alcuni dei quadri meritano anche da soli la visita.
Le opere giovanili di Giacomo Balla, il Ritratto di Nathan e in particolare Il dubbio, realizzati entrambi entro gli anni Dieci e ancora fuori dalle influenze futuriste, sono un momento sublime della rappresentazione dell’artista. Il primo nell’abito della ritrattistica borghese, il secondo, con tanto di meravigliosa cornice Liberty, dell’ascendenza più simbolista, dimostrano la splendida e impeccabile mano dell’artista, il gusto e la sensibilità umana, non certo dirompente o rivoluzionaria -non ancora-, ma così perfettamente avvincente da risultar ipnotiche.
Da non perdere, nella stessa sala, Amedeo Bocchi Nel parco. Il pittore parmigiano, qui forse rappresentato con il suo capolavoro, seduce con la sua luce ed è stato giusto avergli dedicato qui un posto di riguardo.
Il futurismo è presente e ben rappresentato… ma non lo affronterò perché mi annoia. Aerei, prospettive aeree, fari volanti… d’accordo, devo dire che non siamo proprio negli ambiti che preferisco.
Più interessante il ritorno all’ordine, il richiamo struggente alla tradizione che partendo dagli anni Venti finì da una parte per essere la voce artistica del crescente fascismo ma anche un’autentica esperienza di fuga nelle radici e nelle tradizioni dell’espressività nazionale, regalando risultati inattesi e potentissimi. E così per esempio nel caso di Casorati, qui rappresentato da Susanna e Antonio Donghi con la sua Donna alla toletta tra gli altri (forse tra i più anomali tra i novecentisti).
Impressionante poi a chiudere questa galleria di esempi il capolavoro di Scipione rappresentante Il Cardinale Decano, in cui vivo e palpabile è già l’orrore degli anni Trenta (nel resto d’Europa incarnato dagli sferzanti tratti dell’espressionismo).
Valutazione: ☺☺☺
Consiglio di visione: Ecco così un breve, intenso, sicuro viaggio nel Novecento italiano a pochi passi da casa che vale la pena affrontare per comprendere (o anche solo vedere) cosa sia passato nel bel paese nel secolo breve.