“La settimana scorsa ho recuperato la croce di Visso. L’aveva un tedesco tanto per cambiare e con piacere gliel’ho levata di mano! Quando ritrovo qualcosa di bello dopo che è stato nascosto per lungo tempo, per un momento provo la gioia di averlo resuscitato. Poi l’indifferenza, come la nebbia, nasconde immagini e sentimenti”. Si apre così, con questa dichiarazione di Rodolfo Siviero, il ben fatto volumetto a cura di Attilio Tori, che accompagna la nuova mostra di Casa Siviero, frase che è stata tratta dal suo diario del 4 giugno 19751, quando il tenace personaggio dirigeva la Delegazione per le Restituzioni del Ministero degli Esteri, incarico coperto dal 1946 al 1983. “Siviero – scrive Tori – fu spesso impegnato a riportare in Italia oggetti di chiesa. E fu il diffondersi nel dopoguerra della piaga dei furti di oggetti di arte dalle chiese che lo costrinse a impegnarsi sempre più nel loro recupero. Il ritrovamento più significativo fu sicuramente quello della bellissima e monumentale croce gotica in lamina d’argento e smalti rubata insieme ad altri oggetti liturgici – sei candelieri, due lampade, un crocifisso in legno, una navicella in argento – nella notte tra il 26 e il 27 giugno 1973 dalla chiesa di Santa Maria a Visso, in provincia di Macerata. Questo splendido esemplare della oreficeria tardo gotica abruzzese fu recuperato nel maggio 1975 in Svizzera a Lugano”. La preziosa croce in lamina d’argento e smalti , opera di un anonimo orafo abruzzese, è ora in mostra a Firenze dove fu restaurata e fu completata con l’aggiunta di una base quattrocentesca, secondo il gusto di Siviero, che era anche raffinato collezionista. Il recupero delle opere segnalate quali proprietà di privati, come nel caso della croce di Visso, acquistata da un non meglio identificato “facoltoso industriale svizzero”, è stato un problema che si è di frequente presentato a Siviero, specie per i tesori espatriati. Secondo il suo parere, il modo migliore per risolverlo non era coinvolgere magistrati o avvocati in cause che rischiavano di essere lunghe e assai costose per lo stato italiano, bensì garantire all’acquirente, forse incauto e quindi in buona fede, l’anonimato , onde evitargli scandali e danni morali. Il pezzo forte della mostra attuale è di certo la croce processionale, che accompagna candelieri, reliquari, stampi per ostie, turiboli, e anche delle campane in bronzo, prodotte a Lucca, che costituiscono per il loro avventuroso recupero, un ulteriore stimolo a visitare Casa Siviero. Le campane ottocentesche, non di importanza storica e perciò destinate ad essere fuse per farne armi belliche, rientrarono dopo la guerra, ed ebbero l’onore, si legge nel catalogo, di essere esposte alla prima “Mostra delle opere d’arte recuperate in Germania”, a Villa Farnesina nel 1947, accanto a capolavori di Tiziano e Raffaello.
Mostra aperta fino al 25 aprile 2012
Orario di apertura: sabato ore 10-18; lunedì ore 10-13;
martedì- venerdì: apertura per gruppi previa richiesta alla e-mail: casasiviero@regione.toscana.it